Un bacio tra le colline, che diventa ottimo vino
Il Piemonte racchiude tante sorprese. Tra le particolarità più ricercate, senza dubbio, c’è il comparto enogastronomico, il vino ha una delle voci da protagonista e talvolta gli imprenditori ne fanno poesia, a cominciare dal nome.
Lo ha fatto, ad esempio, Pietro Schirano (nella foto) dando alle etichette del suo Monferrato DOC rosso, coltivato a Castelnuovo Don Bosco, il nome «Philema». Philema in greco antico significa bacio conviviale ed il vino è emblema di convivialità ed amicizia – spiega l’imprenditore -. Bacio, anche perché in questo vino si incontrano due uve: Il Freisa d’Asti e il Bonarda Piemonte. Philema è un vino morbido e audace, diretto e persistente con profumi anche di ciliegie e prugne sotto spirito che si legano note speziate, in particolare di pepe nero che ne conferiscono un sapore inconfondibile. Philema è un vino profondamente legato al territorio del Monferrato del Nord Astigiano da cui ha origine ma anche versatile e moderno in grado di stupire per la sua personalità.
Territorio e qualità raccontata da chi coltiva tutti i giorni la terra, nonostante la pandemia, lo stravolgimento del mercato e le tendenze del futuro che passano anche dall’e-commerce (www.philema.it).
Schirano, come procede lo stato vegetativo delle uve?
«La maturazione è tardiva, ma è un fenomeno di portata nazionale, conseguente ad una primavera un po’ più fresca del solito. Sarà la nostra terza vendemmia, le primavere precedenti sono state più calde e gli scorsi anni la maturazione era più avanzata in questo periodo. Ma i giochi si faranno nel corso dell’estate. Tante cose mi fanno però pensare che non sarà un’annata memorabile, ma è ancora prematuro dirlo con certezza».
La gelata di inizio aprile ha causato danni?
«Ci troviamo ad una altitudine che ci ha “salvato”, il danno è stato molto contenuto, nell’ordine del 3% di viti colpite. Poi è avvenuta subito una rifioritura successiva, il nostro raccolto non sarà compromesso. Più pericolosa è la grandine estiva, che l’anno scorso a giugno ha interessato parte del vigneto».
Quali i mercati di destinazione?
«Il principale è il settore Horeca, ma vendiamo Philema in tutta Italia. Generalmente ci rivolgiamo a wine bar e locali di mescita per giovani, con un target dai 20 ai 40 anni. È un vino che segue una filosofia etica, nel senso che utilizziamo in vigna i prodotti più naturali a disposizione, i trattamenti sono volti a preservare questa naturalezza, il lavoro di cantina prosegue la cura e l’attenzione della lavorazione tenuta tra i filari. Utilizziamo pochi solfiti, facciamo tanti travasi per rendere il prodotto naturale, leggero, trasparente: è un lavoro apprezzato anche da un pubblico giovane, in quanto il prodotto risulta moderno».