Un boccone galup: ecco i ramassin

Un boccone galup: ecco i ramassin
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Al tramonto e durante la notte nel silenzio dei frutteti della valle Bronda si sentono in questo periodo rumori simili a quelle di grosse gocce di pioggia. Sono quelli provocati dai “ramassin” che giunti a maturazione si staccano spontaneamente dalla pianta per cadere sulle reti sospese, montate preventivamente dai produttori che fanno parte del Consorzio di Promozione e valorizzazione del Ramassin del Monviso-Valle Bronda.

«Quest’anno abbiamo meno prodotto, ma di ottima qualità - spiega Dario Morello, presidente del Consorzio -. La pioggia abbondante di questi mesi è stata positiva dato che la pianta è coltivata principalmente in collina dove è più difficile irrigare. Il caldo ha poi aiutato la maturazione».

Dal 2008 il ramassin di questo territorio è entrato a far parte del Presidio Slow Food che tutela la genuinità del prodotto il quale si diversifica per gusto e qualità rispetto a quello coltivato in altre zone. L’obiettivo del Presidio è prolungare la vita di questo frutto proponendolo anche sotto forma di confetture, liquori e conserve tradizionali (i nomi dei produttori della Valle Bronda si trovano sul sito di Slow Food: fondazioneslowfood.com).

Osserva Morello: «Il disciplinare di produzione del nostro Consorzio, che vede attualmente una decina di associati, prevede che la raccolta venga effettuata quando i frutti cadono in modo naturale su delle reti sospese da terra. I ramassin caduti e “imbrigliati” sulle reti vengono poi “prelevati” manualmente dai raccoglitori che utilizzano delle palette detti “palot” e deposti nelle ceste. Il prodotto è quindi già pulito rispetto a quello che si raccoglieva a terra. Viene fatta una cernita preliminare – continua Morello – e una volta portato nelle rispettive aziende agricole i soci fanno già una sorta di pre-confezionamento in apposite vaschette da mezzo chilo. Viene poi definitivamente confezionato ed etichettato nei magazzini dper essere venduto nella grande distribuzione dalla Ortofruit Italia che commercializza il nostro prodotto».

La restante parte dei ramassin, raccolta dai produttori del Consorzio, viene venduta direttamente delle aziende o viene trasformata. «La vendita è effettuata direttamente dai produttori ad aziende artigianali del Piemonte e della Liguria - precisa Morello - che trasformano il ramassin in confetture, succhi, liquori, ma anche a gelaterie e birrifici (è nata da poco una birra aromatizzata al ramassin esportata in tutto il mondo».

Durante le prime settimane della raccolta, essendo delle primizie, il prezzo pagato ai produttori è buono, perché all’interno del Consorzio si riesce a mantenere una cifra dignitosa che si aggira su 1 euro al chilo, anche se poi in alcuni negozi e supermercati si arriva a picchi che sfiorano gli 8 euro al chilo.

Il microclima della valle Bronda è adatto per la coltivazione e lo stesso vale per il terreno vocato alla coltivazione di questa pianta molto rustica per la quale l’uso degli antiparassitari è molto limitato.

Per il 12 e 13 settembre è prevista la prima edizione di un evento dedicato ai prodotti enogastronomici della valle Bronda dal ramassin alla mela al vino Pelaverga. Il prosindaco di Castellar Eros Demarchi: «Sarà un evento limitato rispetto ai programmi iniziali, con conferenze e cena al sabato e, se sarà permesso dalle norme, un mercatino con la vendita e la degustazione dei prodotti della valle Bronda la domenica».

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