Un mito di maestra

Ci furono tempi in cui la maestra era una sola. E per diversi anni questa diventava un punto di riferimento, quasi materno, nella vita degli alunni. Ecco, Maria Allamandi, era un po’ così: nella sua lunga attività educativa e formativa seppe alternare severità a sensibilità, austerità a comprensione nei confronti dei suoi ragazzi. Una donna che sapeva far “rigare dritto” ma non voltava mai le spalle di fronte alle situazioni di disagio che emergevano in classe.

In cattedra ha accompagnato almeno 4 generazioni di alunni di Dronero e di Centallo, arrivando a ricevere a fine carriera, dopo 40 anni di insegnamento, il Diploma di benemerenza con la Medaglia d’Oro. È mancata la scorsa settimana a 92 anni, circondata dall’effetto dei suoi cari, come aveva voluto nella sua abitazione di borgata Erede, a Roccabruna.

Originaria di Dronero, dopo il collegio e il diploma di scuola magistrale a Saluzzo nell’istituto delle suore Rosine, iniziò a insegnare nel 1948 nelle borgate della valle Maira a Preit di Canosio, Tetti di Dronero e Lottulo. Quattro anni dopo vinse il concorso ed entrò di ruolo nelle frazioni San Carlo e Roata Chiusani di Centallo, poi nella scuola del capoluogo. In seguito si avvicinò alla valle Maira e insegnò nelle frazioni di Monastero, Pratavecchia e Dronero, dove in tanti la ricordano con affetto.

Il 14 maggio 1988, il Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, le conferì la Medaglia d’Oro.

La maestra Allamandi era molto conosciuta e stimata da colleghi e famiglie. Tanti ex alunni, anche da fuori regione, avevano mantenuto i contatti con lei, e andavano spesso a farle visita. Lascia la sorella Caterina e tanti nipoti, tra i quali la signora Giovanna, moglie dell’onorevole buschese Teresio Delfino, che la ricordano con riconoscenza: «Una di quelle mitiche maestre su cui si è ricostruita l’Italia. Credeva profondamente nella sua missione di insegnante ed educatrice».