Una serata dedicata al “principe” Totò

Una serata dedicata al “principe” Totò
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Totò, Il principe della risata è stato il protagonista di una variegata carrellata di personaggi, scene e poesie tratte dai suoi film più belli, diventati una pietra miliare della cinematografia italiana.

“Il Principe  Antonio De Curtis in arte Totò”: questa la relazione tenuta dal socio Luciano Zardo durante la conviviale Rotary del 27 gennaio all’Interno due.

Partendo dalle origini, il relatore ha messo in luce tutte le declinazioni del celeberrimo personaggio, lasciandosi guidare dalle sue frasi più celebri e seguendo la sua carriera dagli inizi, dagli spettacoli di basso livello e dalle compagnie improvvisate cercando quel tipo di comicità che a Napoli, all’epoca, andava per la maggiore, utilizzando parametri notoriamente graditi al pubblico ma rifiutando di assoggettarsi alla schiavitù di una scuola di teatro. “C’è chi nasce gobbo, storto, io son nato comico”: una comicità spontanea che gli ha aperto le strade del varietà portandogli il meritato successo.

Totò ha dimostrato, nel corso del tempo, le infinite sfaccettature che la recitazione può avere: è stato chirurgo, uomo qualunque, vecchio scassinatore di casseforti, uomo che soffre, maschera surreale, clown. Ha avuto spalle d’eccezione quali Castellani, Fabrizi, Fernandel oltre a una controfigura come Dino Valdi capace di scatenare il panico ai suoi funerali.

Ha avuto anche una madre che lo voleva prete, una sciantosa, Liliana Castagnola, innamorata di lui di un amore che l’ha condotta al suicidio, una moglie a cui, dopo il divorzio, ha dedicato quel tassello di patrimonio musicale italiano che è Malafemmena, un rapporto di lavoro impegnativo con Anna Magnani “ciclone di donna da cui è meglio mantenere le distanze” e una compagna di vita fino alla fine.

Prima di morire nel 1967 ha trovato il tempo di creare un ospizio per cani trovatelli, per scrivere poesie oltre a 36 canzoni.

«Una ricostruzione precisa, che ha dato vita a una serata interessante e divertente» con queste parole il presidente Musacchio ha commentato il viaggio nella vita e nella carriera di uno dei personaggi più importanti e poliedrici della nostra cultura.

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