Vaccini, Verzuolo pensa alla Casa della Salute Manta, Guasti contesta i ritardi
Mentre Lagnasco e Scarnafigi sono già partiti con un progetto pilota volto a sperimentare esigenze di personale, sistema informatico e tenuta del sistema vaccinazioni su ampia scala e mentre si dettagliano le attività degli hotspot di Barge, Bagnolo, Cavour e Valle Po (le zone colpite in modo più virulento dalla terza ondata della pandemia, con diversi casi di “variante inglese”), che nei prossimi 10 giorni vaccineranno tutti gli over 80 del territorio, nessuna notizia arriva su questo fronte dai comuni più popolosi del Saluzzese.
A partire dal fine settimana a Manta e Verzuolo i telefoni del municipio sono stati bollenti e i cittadini hanno chiesto a gran voce ragguagli sui tempi della somministrazione per i residenti aventi diritto, oltre 1200 persone. Intanto è arrivato a 622 il numero dei tamponi effettuati nel drive-in verzuolese.
Il sindaco di Verzuolo Giancarlo Panero già venerdì ha verificato la possibilità di allestire un hotspot sul territorio comunale, confrontandosi con il direttore del Distretto sanitario saluzzese Gabriele Ghigo: «In considerazione dell’alto numero di residenti di quest’area - sottolinea Panero - abbiamo analizzato i locali a nostra disposizione che possono essere destinati a centro vaccinazioni. C’è un protocollo molto rigido, motivo per cui si sono vagliate varie soluzioni, ma pare che la Casa della Salute possa essere il locale più adatto. L’ultima parola spetta però, naturalmente, all’Asl».
A Manta domenica si contavano 25 contagiati, con 3 ricoveri e un decesso: la contagiosità del virus ha subito una preoccupante impennata a metà della scorsa settimana. Qui la polemica per l’assenza dal circuito delle vaccinazioni è alimentata dall’ex sindaco Mario Guasti, che attacca l’amministrazione: «Manta sembra vivere nel più assoluto isolamento, chiusa in se stessa e distaccata dagli altri comuni, raccolta nel proprio guscio... forse compiaciuta, conta e aggiorna i suoi contagiati da virus. Non si avverte il sapore della comunità: i messaggi che arrivano somigliano molto alle grida manzoniane. La vera struttura portante del paese, quella che molte volte non viene citata, ha dato prova di esserci e non ha paura di esporsi. A Manta la “base” c'è, i fatti lo hanno sempre dimostrato: ogni azione concreta porta il nome di Croce Rossa, Alpini, Pro Loco, Protezione civile, Airone, parrocchia, casa di riposo».
Secondo l’ex sindaco ora non basta più distribuire mascherine o raccomandare di rispettare il distanziamento sociale o lavarsi le mani: «Già nelle ondate precedenti del contagio occorreva prendere contatto con i medici di base per fare non solo un quadro, ma con l'Asl programmare iniziative rassicuranti, occorreva informarsi sui vaccini antinfluenzali e anti-virus, organizzarsi sui tamponi e, nello stesso tempo, stare materialmente vicino alle fasce più fragili della popolazione. Con la terza ondata - scrive Guasti -, che cosa aspetta Paolo Vulcano a parlare e a convocare gli organi preposti per dare un servizio completo su tamponi e vaccini? Quando c'era da fare i tamponi doveva chiarirsi le idee se i locali liberi di Cascina Aia erano idonei. E alla fine i mantesi sono andati a Verzuolo. Con non poche difficoltà per i più anziani. Ora è la volta dei vaccini anti-Covid. Ma il sindaco non si muove. E mentre lui pensa, i comuni vicini, con una felice intuizione, si sono nuovamente attivati, così da somministrare la prima dose agli ultra 80enni».