Vuote le chiese, il vescovo «Siamo vivi nella preghiera»
Una Quaresima mai vista. Saranno almeno quattro le settimane senza messa, matrimoni, funzioni religiose, riunioni di qualsiasi tipo, attività pastorali, catechismo, oratorio, funerali nelle chiese. Le stesse chiese resteranno aperte per le preghiere personali, ma al loro interno dovrà essere rispettata una distanza di sicurezza di almeno un metro tra i fedeli. Le esequie potranno svolgersi esclusivamente in forma privata, con una preghiera di commiato e la benedizione della salma al cimitero.
Sono le disposizioni attivate domenica dalla Conferenza episcopale piemontese, presieduta da monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, e adottate da tutti i vescovi delle Diocesi di Piemonte e Valle d’Aosta.
In ambito religioso, gli stessi divieti erano stati applicati per una settimana a fine febbraio, all’inizio dell’emergenza, facendo annullare il tradizionale “Mercoledì delle Ceneri”, poi la situazione era quasi tornata alla normalità, ripristinando funerali in chiesa e le messe, ma con alcuni limiti e norme prudenziali, dal ricevere in mano la comunione all’astenersi dal segno della pace, al non poter utilizzare le acquesantiere, che erano state svuotate.
«Vescovi e sacerdoti -ha detto Nosiglia - sono invitati a celebrare personalmente, a mettere a disposizione strumenti e momenti con i nuovi mezzi della comunicazione, per pregare e meditare». Le disposizioni hanno convinto il vescovo di Saluzzo, monsignor Cristiano Bodo, ad annullare martedì il rosario previsto alle 17 di oggi, nella chiesa Cappuccini di via Donaudi.
Anche le comunità islamiche della Granda rispetteranno il decreto come deciso dall’Unione nazionale: saranno sospese tutte le attività aggregative pubbliche e le 5 preghiere quotidiane inclusa quella del venerdì.
Monsignor Bodo ha affidato alla sua pagina Facebook un videomessaggio ai fedeli: «Voglio trasmettere un ringraziamento a tutte le persone che in questi giorni si stanno prodigando per noi. Stiamo vivendo un momento in cui la nostra quotidianità viene colpita e ci sembra di vivere una situazione surreale. Ci manca la celebrazione dell’Eucarestia e lo stringerci intorno a Dio. Le ordinanze - conclude - e il coronavirus passeranno, l’umanità e il dono della sua parola e del pane spezzato torneranno, stiamo vivi nella preghiera e impariamo a vivere anche questo momento come un tempo di grazia».
In cattedrale è ancora esposto ai fedeli il busto di San Chiaffredo.