A giugno si torna in abbazia
Dopo un lungo periodo di fermo riaprono l’abbazia di Santa Maria e il museo archeologico di Caburrum. Sabato 5 giugno alle 18,30 verrà inaugurata la mostra fotografica “Il belViso” di Fulvio Beltrando. La mostra sarà visitabile il sabato e la domenica dalle 15 alle 18.
«Le immagini naturalistiche di Fulvio Beltrando – spiega Bruna Genovesio, curatrice della mostra - e gli scatti raccolti nel libro “Il belViso, la montagna che guarda gli uomini” ci erano già note e quando due anni fa è stato chiesto all’associazione culturale “Anno mille” di far parte del progetto, abbiamo aderito con gioia. Purtroppo, a causa della pandemia, la rassegna, così come tutte le attività culturali programmate al complesso abbaziale, si sono fermate: non abbiamo potuto organizzare nulla di quanto sempre realizzato, ma non ci siamo scoraggiati ed eccoci qui nel 2021 a proporre il Re di Pietra attraverso le suggestioni di Beltrando». Aggiunge Genovesio: «Siamo orgogliosi che sia la nostra associazione ad inaugurare il progetto, esponendo le fotografie del Monviso e del suo habitat naturale, nelle suggestive salette dell’ex-monastero dell’abbazia di Santa Maria di Cavour, posta ai piedi della Rocca dietro la quale il Monviso esplode di bellezza».
Nelle immagini del fotografo il Monviso è restituito in tutte le prospettive e colori, al tramonto, con la neve, immerso nelle nubi, sempre diverso, ma sempre lui, con la sua vegetazione ed i suoi abitanti che lo animano e lo rendono unico e inconfondibile. Questa mostra accompagnerà la riapertura del complesso dopo il lungo inverno e con essa sarà un rifiorire di eventi ed iniziative che accompagneranno i visitatori alla (ri)scoperta dell’abbazia e del museo archeologico romano.
Il belViso è un progetto espositivo itinerante che racconta la bellezza di una montagna speciale e simbolica: il Monviso.
Il Re di Pietra monumento della natura, un’immagine nella quale riconoscere i segni visibili dei cambiamenti, per la costruzione di memorie che valorizzano e tutelano un bene tanto comune, quanto prezioso, come quello della montagna.
Interrogarsi su un’icona come il Monviso, una piramide naturale ricca di valori simbolici, ci dimostra in quanti modi l’uomo può inscrivere se stesso nell’ambiente circostante e perdersi nella vastità della natura per ritrovarsi.
Le fotografie sono la testimonianza di un viaggio alla ricerca della luce, colta dall’alba al tramonto, che fa sollevare gli occhi per vedere oltre la distesa del quotidiano, modificando la nostra postura fisica e attuando un cambiamento che da terra ci spinge verso il cielo, mutando così il modo di pensare come “guardare”. La mostra resterà aperta fino al 4 luglio. Informazioni: 334-9774348.