I bagni nelle acque gelide della valle Po
Tiziano Becchio a mollo nel Po

Originario della Val Grana, Tiziano Becchio vive e lavora in pianura; eppure basta un’occasione per lasciarsi alle spalle campi e case e ripartire verso il Monviso e le sue valli. Trentenne di Sanfrè, operatore ecologico, non è un alpinista né un escursionista tradizionale: la sua destinazione prediletta è Pian ella Regina, 1700 metri, dove sceglie un’ansa del torrente Po e si immerge nelle sue piscine naturali, anche quando l’inverno imbianca i monti.
Il suo approccio ricorda le pratiche di Wim Hof, l’Iceman olandese, che lo stesso Becchio segue da tempo, e che ha battezzato il suoi bagni invernali “metodo del ghiaccio”, ma affonda le radici nelle abitudini secolari delle popolazioni nordiche.
«Da bambino, a Castelmagno, i miei genitori mi raccontavano che ero sempre “a mollo” nei torrenti, estate e inverno: il freddo non mi ha mai spaventato. Oggi però affronto l’acqua gelida con un protocollo ben definito».
Al centro del suo metodo c’è la respirazione. «Mai andare contro natura: rispetto del proprio corpo e ascolto delle sue reazioni sono fondamentali. Entro in acqua solo dopo una sequenza di tecniche di respirazione (inspirazioni profonde alternate a espirazioni controllate) e cerco di mantenerle anche durante l’immersione».
A questo schema Becchio ha aggiunto un secondo elemento, ispirato alle leggendarie “pietre di forza” islandesi: massi da sollevare, spostare o trasportare su brevi distanze. «In Islanda ci sono percorsi protetti dove le pietre possono arrivare fino a 150 kg: un test di resistenza fisica e mentale».
«Qualche amico mi ha seguito e ora si sta appassionando - precisa Becchio -. Non è una gara: è un atto di cura verso se stessi. Il freddo è lo stress più potente che l’uomo possa imparare a gestire, e io sto scoprendo quanto possa allargare i propri confini interiori».