Barbato e l’ostetrica Camilla rivivono a Barge I Dormienti di Hilario sui muri dell’ex-stazione

Barbato e l’ostetrica Camilla rivivono a Barge I Dormienti di Hilario sui muri dell’ex-stazione
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Pompeo Colajanni “Barbato” e Maria Rovato “Camilla” riposeranno all’ex-stazione di Barge. O per meglio dire “dormiranno” tra le mura di quello che sta diventando il museo della Resistenza dell’Infernotto. L’opera è del poliedrico Hilario Isola, figlio di Aimaro, che da giovanissimo partigiano seguì Barbato nelle sue imprese.

L’8 settembre del 1943 Pompeo Colajanni arrivò a Barge con alcuni uomini di fronte alla stazione ferroviaria. Tracciò una linea a terra, con un bastone ed esclamò: «Chi ha il coraggio di oltrepassare questa linea che significa dolore, sofferenza, morte e sacrificio per combattere i nazifascisti che ci opprimono?». Una semplice linea, che segnerà, in modo indelebile, il futuro di ogni uomo presente quel giorno in cui prese corpo il germe della Resistenza. Hilario, artista poliedrico, figlio di quel giovanissimo Aimaro Isola che seguì Barbato raccoglie oggi la traccia di quella linea, ed è partito da quel semplice gesto per plasmare il volto di Colajanni nell’argilla.

Quello del comandante partigiano, e dell’ostetrica Camilla, saranno i due “Dormienti” a trovare posto nel muro di quella che un tempo era la stazione ferroviaria di Barge, e che oggi si sta trasformando nella sede del museo delle “Terre Resistenti”.

«Si tratta di un intervento di arte pubblica che conferisce a diversi luoghi della cittadina uno spiccato valore architettonico, urbano e paesaggistico, grazie all’inserimento di sculture in pietra in anfratti di muri della cittadina - spiega il sindaco Piera Comba -. Il progetto prevede di incastonare in cavità di muri della città di Barge i volti dei protagonisti bargesi della Resistenza partigiana al nazifascismo. I volti di questi cosiddetti "dormienti", realizzati da Hilario Isola, sono ridotti a frammenti, riassemblati e collocati negli anfratti dei muri mentre l’uso dello spazio richiama la formula di museo diffuso che trova nel paesaggio cittadino la chiave attraverso cui poter prendere parte alla storia locale».

I volti di Barbato e Camilla rinascono, e poi vengono ridotti in pezzi. Saranno ricomposti, in autunno, negli anfratti dei muri della stazione. Le schegge e i pezzi più piccoli a riempire piccole crepe e fessure. Frammenti che, come la storia, non possono essere ricomposti per ridare unità di senso e di vedute. Ma i volti, ancora riconoscibili nei cocci più grandi, potranno riattivare la memoria e far riflettere sul passato.

Spiega Hilario Isola: «I Dormienti sono un progetto più vasto, che ha già trovato forma a Guarene con i volti partigiani scolpiti nella pietra. L’intervento di Barge ha un significato particolare. Ricordo quando Colajanni venne a casa nostra, a Bagnolo, per rivedere mio padre. Il suo sguardo mi penetrò. Ero un ragazzo, ma mi colpì il suo volto, che io associavo a quei racconti di Resistenza e di grandi valori morali che mio padre e mia zia mi avevano raccontato».

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