Cambiano i volti di Ciafrè e Ghitin Nelle maschere la tradizione locale

Cambiano i volti di Ciafrè e Ghitin Nelle maschere la tradizione locale
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Cambio della guardia dopo anni per le maschere del paese: Massimo Depetris e Valeria Rosso cedono il passo e in questo Carnevale saranno volti nuovi a rappresentare Ciafrè e Ghitin. Per la frangia femminile nei panni di Ghitin ci sarà direttamente la presidente della Pro loco, Anna Boglione che sarà invece affiancata da due Ciafrè: a Saluzzo domenica scorsa è stato Tommaso Vottero mentre per la festa a Bagnolo sarà Federico Bruno.CIAFRE’ E GHITIN

Le maschere di Bagnolo sono Ciafrè dle lose e Ghitin la Bulioira. Ciafrè, nome tipico della zona (sta per Chiaffredo, patrono della diocesi) rappresenta la persona che lavora “le lose”, le pietre utilizzate per pavimenti e tetti. Non poteva che essere così dal momento che l’attività estrattiva e la lavorazione della pietra sono una delle attività che hanno reso nota Bagnolo in tutto il mondo. Il paese ospita inoltre una delle comunità cinesi più numerose del Piemonte. Sono infatti numerose le famiglie provenienti dalla Cina che hanno scelto Bagnolo e Barge per lavorare nelle cave. Una tendenza che man mano è andata scemando, a seguito della crisi edilizia che ha avuto una pesante ricaduta negativa sul settore della pietra.

TRADIZIONE DEL TERRITORIO

Ghitin invece è il diminutivo di Margherita. E’ la compagna di Ciafrè, detta la “Bulioira”, cioe? raccoglitrice di funghi. Un altro riferimento al territorio dal momento che i boschi del Mombracco e attorno a Pra ‘d Mill sono ricchi di porcini.

Se Ciafrè rappresenta un unicum nel panorama delle maschere piemontesi, essendo l’unica maschera che riguarda le pietre, per la verità Ghitin e il legame con i funghi sono una costante nelle maschere della Granda. A Rossana ci sono infatti il Buleré e la Bela Barotera: due pratiche? tipiche della val Varaita. Il Bulere? è il re dei cercatori di funghi. La Bela Barotera è la contadina che raccoglie e vende le castagne, la cui versione bollita è detta appunto “barote”.

Altri riferimenti ai funghi si hanno a Cervasca con Tota Bignetta (la frittella), Vin Bon e i Pisacan di cui il paese celebra la festa nel mese di settembre.

Le uniche maschere che si avvicinano in qualche modo alla figura di Ciafrè e all’attività estrattiva potrebbero essere quelle di Brossasco, il Bronsin e la Bronsina. Si narra che il paese nell’antichità fosse ricco di cave di bronzo. Non è la lavorazione delle lose di pietra, ma è comunque sempre uno spunto legato all’attività estrattiva.

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