Come faremo senza i nonni?
Il 2 ottobre è la “festa dei nonni”, una celebrazione super meritata e ormai entrata a pieno titolo nel nostro calendario.
Eh sì, perché fino a qualche anno fa bastava fare un giro davanti a qualsiasi scuola saluzzese al termine delle lezioni, per capire quanto i nonni fossero importanti ed essenziali per tutti noi nipoti e genitori.
Sempre pronti a portare o riprenderci i figli al suono della campanella, sono sempre stati i migliori babysitter del mondo.
Un “servizio” senza eguali, che non ha prezzo, e che alla fine della fiera non veniva nemmeno retribuito. Perché loro l’han sempre fatto con amore, e per amore.
Una bellissima realtà dei miei tempi che purtroppo però oggi vedo pian piano svanire.
Ai nostri giorni, con il giovanilismo che impazza, i nonni dei millennials sono sempre più occupati. Spesso lavorano fino a tarda età e non solo per colpa della “famigerata” legge Fornero, ma anche per proprio desiderio personale, perché si sentono ancora attivi e vogliosi di fare.
Oppure si godono la meritata pensione andando in giro tra crociere o romantiche passeggiate sul lungomare di Menton e Sanremo, magari non accompagnati dalla badante, ma mano nella mano con la seconda o terza moglie.
Cosicché guai a chiedergli di andare a prendere i nipotini all’uscita di scuola!
I nonni del 2000 non ci sono mai perché sono troppo impegnati, tra lavoro, hobby, nuovi amori, balli e viaggi, tutto immediatamente postato sui loro profili Facebook. E ora io mi chiedo: quei nipotini o genitori del futuro, come faranno senza il supporto dei nonni dei nostri bei tempi andati?