«Così è nata Polonghera» L’opera di due pensionati
Il Po, cinquecento anni fa, scorreva alcune centinaia di metri più a sud, a ridosso del piccolo borgo che proprio dal grande fiume ne aveva preso il nome. Polonghera, ovvero “lungo il Po”. Terra di confine, tra Medioevo e Rinascimento e, per questo motivo, luogo di passaggio.
Piero Banchio e Domenico Colombatto sono entrambi pensionati, uno ex impiegato della Regione, l’altro imprenditore edile, che fanno della storia la loro passione. Lo sa bene Gianmaria Bosco, sindaco di Polonghera, che ha deciso di rivolgersi a loro per dare vita a un progetto di matrice storico-culturale.
Il risultato non è solo quel plastico che da qualche settimana fa bella mostra di sé in municipio, e che illustra la Polonghera del Medioevo, ma un arricchimento culturale da cui possono nascere idee per valorizzare il paese.
«Ho iniziato prendendo un grande foglio - spiega Banchio - e a scrivere le date e gli eventi che hanno segnato la storia di queste terre tra Marchesato di Saluzzo, feudi degli Acaja e futuro Regno dei Savoia. Un po’ a sorpresa ho scoperto, tra archivi e biblioteche, che c’è molto materiale su cui lavorare, e che le radici di Polonghera, come tanti villaggi della zona, risalgono all’epoca di Carlo Magno».
Lasciata l’area pedemontana, la pianura del Po era un’unica trama di boschi e paludi. Solo il timore degli Ungari e dei Saraceni ha spinto sparuti gruppi di contadini a rifugiarsi in queste terre e iniziare a viverci.
Continua Banchio: «Il villaggio nacque nel 1200. All’epoca le persone, e le merci, si spostavano da una città all’altra attraverso una fitta rete di sentieri che poi divennero strade. E Polonghera, con i suoi attracchi lungo il Varaita e il Po, il monastero di Vallombrosa e il confine con il Marchesato, divenne l’approdo di una delle tante ramificazioni della Via del Sale».
RICOSTRUZIONE MINUZIOSA
Banchio ha raccolto nozioni storiche e documenti, e Domenico Colombatto ha ricostruito con minuziosa perizia i luoghi chiave di Polonghera prima della scoperta dell’America. Dogana, magazzino gabellare, castello, chiese, porti sul Po. «In un unico colpo d’occhio - ha sottolineato il sindaco Bosco - ecco il nostro paese nel medioevo. Colombatto, che è fondatore e ideatore del “Museo del figurino storico”, è un maestro nell’arte dei diorami».
Colombatto ha impiegato oltre un mese per realizzare il plastico, creando con compensato, scagliola, polistirolo ogni minimo particolare del paese.
Via del Sale nel Medioevo e via della Seta (che veniva prodotta a Racconigi e Cavallerleone) nel Rinascimento sono la chiave del commercio che ha reso fiorente Polonghera per secoli. «I nostri cittadini - conclude il sindaco - devono essere consapevoli della nostra storia. Dobbiamo imparare a valorizzare il territorio con progetti di ampio respiro, attraverso piste ciclabili, musei, percorsi esperienziali. Lavoreremo a questi progetti partendo dal plastico e dalla ricerca storica di Banchio e Colombatto».