Estate dei saluzzesi a “basso profilo”
È stata una stagione all’insegna del low profile, questa strana estate da Covid, che va a concludersi.
Se è vero che parecchi saluzzesi, a causa della pesante crisi economica, purtroppo non hanno potuto concedersi le meritate vacanze così niente foto spiaggiati al mare da poter postare sui loro profili social), ho notato che tra luglio e agosto da Facebook sono sparite anche le fotografie di chi invece in vacanza ci è andato lo stesso. Qualcuno dice l’abbiano fatto per rispetto verso chi le ferie non ha potuto farle; i maligni invece dubitano che sia piuttosto una scelta strategica per non sobillare le folle.
Perché farebbe specie a chiunque, per non dire rabbia, vedere chi solo un mese fa su Facebook chiedeva bonus a manetta lamentandosi di non riuscire a mettere insieme il pranzo con la cena, ora invece postare sui social le sue foto in Costa Smeralda.
Ma quello del basso profilo è anche un atteggiamento classico per molte famiglie saluzzesi della vecchia guardia… Una prudente “accortezza” da sempre tipica del piemontese che lavora nei campi, un po’ meno dei propri figli, millennials, oggi generalmente più propensi invece all’esibizionismo da social network.
Anche quelli della Saluzzo bene, per intenderci i nostri liberi professionisti, non hanno mai amato esibire troppo i loro sfizi su Internet. La crème è spesso restia a sbandierare le proprie vacanze in barca (mi viene in mente qualche esponente del nostro consiglio comunale).
Di solito non hanno loro profili sui social e quando vogliono stappare un magnum di champagne lo fanno ben lontano da occhi indiscreti. Quanti concittadini ho incontrato a cenare da Cipriani a Monte Carlo dove un semplice piatto di pasta può costare anche 50 euro e qui in città non li ho mai visti mangiare un boccone che non sia di pizza Margherita o prendere una bottiglia che non fosse semplice Dolcetto.
Da sempre più avvezzi allo “spatus”, non solo da social, sono invece i nostri imprenditori locali, quelli che mia nonna Thea chiamava “i nuovi ricchi”. I potenti Suv con cui scorrazzano in centro, ne sono esempio da tempo, anche se poi il dosso più impervio che potrebbero affrontare è quello “rallenta traffico” di corso XXVII Aprile. Ma in questa strana estate da Covid sembrano spariti anche loro. Che sia davvero vergogna da bonus?