Galletto, la mia vita sulle due ruote

Galletto, la mia vita sulle due ruote
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Si intitola “Esci che ti chiudono” l’ultimo volume della collana “Sportivissimi” uscito per Fusta Editore. È l’autobiografia di Sergio Galletto e della sua vita in sella alla bicicletta: dall’Ardens al Giro d’Italia per Dilettanti a cavallo tra gli anni ‘70 e ‘80: 468 gare, 74 vittorie.

Eppure, Galletto, saviglianese, classe ‘64, fino a due anni e mezzo non riusciva nemmeno a camminare, per problemi di salute. E ha iniziato a pedalare, prima sul triciclo, poi non si è più fermato, fino alle soglie del professionismo.

Un traguardo, per il velocista di Savigliano, mai raggiunto, fermatosi dopo quattro anni da dilettante, disputati nelle squadre di Fossano e Sarzana, in Liguria.

Venerdì prossimo, 9 ottobre, alle 19,30, Galletto avrà l’onore di aprire la rassegna “Bike&Books”, un aperitivo con il ciclista organizzato da Cicli Mattio di Piasco.

Racconta il protagonista: «Ho registrato su un quaderno ogni corsa della mia vita. Così ho deciso di scrivere un libro, per raccontare un mondo incredibile, ma “maledetto”, quello del ciclismo, dove la differenza tra un primo e un secondo posto è abissale. Intendiamoci, non ho rimpianti, ma voglio raccontare, soprattutto ai giovani, il ciclismo oltre quella “velina” che ci viene proposta in televisione. Per questo quando guardo le corse oggi, le inquadrature che apprezzo di più sono quelle della terza telecamera, quella della coda del gruppo». Tra le righe si intravede anche il mondo del doping, una piaga per il ciclismo che flagella non solo il settore dei professionisti, ma anche le categorie inferiori.

Quello che emerge dalle pagine della biografia di Galletto, pubblicata da Fusta Editore, uno dei più forti corridori dell’Ardens di Savigliano, capace di arrivare a disputare il Giro d’Italia tra i dilettanti, è un racconto crudo, sincero e dannatamente simile all’altalena della vita. Il titolo non è casuale: “Esci che ti chiudono”, oltre a rappresentare un momento particolare di una corsa ciclistica (quello in cui bisogna cogliere l’attimo per spostarsi dalla “pancia” del gruppo e prendere il vento in faccia per cercare di arrivare primi sul traguardo), è quanto mai attuale anche per le giovani generazioni che si affacciano su uno sport difficile e selettivo qual è il ciclismo.

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