Nel ricco catalogo di Fusta editore non mancano i classici libri-strenna, dei quali la Gazzetta ha parlato sugli ultimi numeri.
Dovendo consigliare un paio di titoli a chi ama leggere “storie” inserite nella Storia con la maiuscola, abbiamo scelto due opere che rispondono a questa caratteristica.
Il primo è “L’Aquila ritorna sempre al suo nido”, di Sami Imami, albanese sbarcato in Italia nel 1994 e oggi residente a Saluzzo. Il volume si inserisce nel percorso letterario di Imami, che prosegue il lavoro avviato con “Un mare, due popoli, una storia” (2019) e “La primavera arriva sempre in ritardo” (2023).
Anche questa volta lo scrittore affronta gli ultimi quarant’anni di storia dell’Albania, dalla caduta del comunismo ai flussi migratori verso l’Italia, intrecciando fatti reali e finzione narrativa per dare voce a chi ha vissuto quei cambiamenti sulla propria pelle.
Il libro è il racconto di una fuga coraggiosa, di una scelta che segna un’intera esistenza e di un legame inaspettato che non si spezzerà nonostante la distanza e il passare del tempo.
È una storia di destini incrociati, di un’aquila che, dopo aver spiccato il volo, non dimentica mai da dove proviene, e di un ritorno che riaprirà vecchie ferite e darà un volto al passato.
Il secondo titolo fresco di stampa è “Violino stonato” di Daniele La Corte, il giornalista-storico di Alassio che per i tipi di Fusta ha pubblicato numerose e fortunate opere legate all’epopea partigiana fra Liguria e Piemonte, restituendo al grande pubblico la figura straordinaria di Felice Cascione, U Megu, l’eroico medico di Imperia che si immolò per salvare i compagni di lotta.
Questo è il racconto romanzato di una storia vera. Il protagonista è un operaio dell’Ansaldo di Genova, militare volontario nella campagna d’Africa, frutto della folle megalomania di Mussolini. Il metalmeccanico Otello Botti combatte nel deserto sino al momento in cui cade prigioniero degli inglesi.
Il duce suonava il violino e lui viene affascinato da quello strumento fantastico. Nella prigione africana un commilitone gli fabbrica, con i resti di una cassetta per munizioni, un violino. E’ stonato, ma ugualmente sprigiona note che lui considera fantastiche, in grado di far capire a tutti come la musica avvicina a Dio e di conseguenza alla vittoria.
Il nuovo libro di La Corte ha mille sfaccettature e segue un percorso che porta Otello Botti alla comprensione totale dei valori della democrazia.