L’ultimo atto della guerra tra savoia e francesi per la presa della rocca I soldati-contadini si immolano Poi il massacro: bruciate Cavour
Un secolo dopo aver subito l'aggressione da parte delle truppe francesi guidate dal Lesdiguieres, Cavour dovette nuovamente soccombere, questa volta in modo molto più cruento e crudele, alle truppe francesi guidate dal maresciallo Nicolas Catinat.
Il duca Vittorio Amedeo II, succeduto al padre Carlo Emanuele II nel 1675, dimostrò subito la sua insofferenza alla tutela francese esercitata da Luigi XIV. A quel tempo Pinerolo e altre città piemontesi erano sotto il governo francese ma, quasi a voler rimarcare la loro supremazia, il Re di Francia chiese di poter gestire anche la fortezza di Verrua e la stessa cittadella di Torino. Questo fece traboccare il vaso ed esclamare al duca Vittorio Amedeo II: «Da lungo tempo essi mi trattano da vassallo, ora mi trattano da paggio».
E nonostante un forte esercito francese al comando del maresciallo Catinat avesse varcato le Alpi, non esitò a opporre un netto rifiuto alle richieste francesi.
E' guerra. L'8 giugno del 1690 il duca di Savoia, con la sua armata, muove da Torino e pone il quartier generale a La Loggia. I francesi si ritirano a Lombriasco ed alla Marsaglia mentre i Valdesi, con i quali il duca ha stretto un'alleanza in seguito a una tregua religiosa, insorgono assalendo il castello di Luserna e obbligando i francesi a ritirarsi su Bricherasio. Il maresciallo Catinat, che nel frattempo è giunto a Pinerolo, vuole vendicare l'affronto muovendo le sue truppe su Cavour. A presidiare la Rocca non vi era che una compagnia del reggimento "Monferrato" e pochi Valdesi. I contadini fedeli al duca Vittorio Amedeo II, detto la volpe savoiarda, prendono per primi le armi opponendosi a fucilate all'avanguardia francese condotta dal marchese De Plessis.
All'intimazione di resa, mandata dal Catinat, i cavouresi e le milizie di stanza nella Rocca rispondono con un netto rifiuto. E' allora che vengono scagliate all'assalto le truppe francesi sostenute dall’artiglieria. La difesa è eroica ma inutile. L'esercito francese travolge ogni resistenza, e si arrampica sulla Rocca dove un pugno di contadini tenta fino all'ultimo di resistere. Tutti vengono passati a fil di spada, solamente un'ottantina di soldati hanno salva la vita. Non paghi del loro operato, i francesi si danno poi al massacro e al saccheggio.
Non c'è pietà per nessuno, anche vecchi, donne e bambini cadono trucidati lungo le strade del paese. La soldataglia con malvagità si accanisce contro le case, appiccando il fuoco e distruggendo il povero mobilio e ogni cosa. L'ordine impartito "Brulez, brulez tout (bruciate tutto)" è ampiamente rispettato. Moltissime le vittime. Oltre seicento scrive Catinat nelle sue memorie, 1500 secondo il Marchese di Quincy, forse molti di più.
(le puntate precedenti sui numeri 21 e 22)