Non andrà tutto bene

Non andrà tutto bene
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Ora che ho finito di ascoltare le parole con cui Conte ha presentato al Tg le nuove misure restrittive, applicate forse soprattutto per il menefreghismo di troppi, anche giovani, vorrei dedicare la mia rubrica a quel gruppetto di studenti incoscienti che ho ripreso, solo l’altro giorno, quando li ho visti fuori dalla scuola in cui insegno, tutti appiccicati l’uno all’altro, in barba ad ogni regola di distanziamento sociale.

Alla mia osservazione, hanno risposto «Prof, se ci sarà un nuovo lockdown non cambierà nulla. Al massimo avremo più tempo per giocare alla Playstation!».

A loro vorrei dedicare questo bello scritto che ho scopiazzato dalla rete: «Non muore nessuno se non si va dal parrucchiere per due mesi. Al massimo muore quel salone di Pagno (ma magari la titolare è tua mamma). Non casca il mondo se si salta la ceretta dall'estetista. Al massimo chiude quello studio di Manta, che magari è di tua sorella. Non cambia nulla saltando due mesi di danza. Peccato che quella scuola di Saluzzo sia d tua cugina».

E ancora: «Puoi anche non andare in palestra per sessanta giorni. Chissenefrega. Al massimo non riaprirà più. Ma magari è di tuo padre. Al ristorante? Ma cucinate a casa vostra, che tanto quando loro saranno in ginocchio, tu potrai ottimizzare l'arte dell'uso del lievito che hai messo a punto in questi mesi. Sperando che il ristorante non sia dei tuoi zii».

Ce n’è per tutti. «Le sartorie? Ma davvero voi a Lagnasco andate ancora dalla sarta? Ma comprate i vestiti su Amazon come tutti! Poi scopri che la sartoria l'ha fondata tua nonna».

E che dire dei bar? «Meglio se chiudono, no? Sperando che la tua ragazza non si mantenga all’università facendo la cameriera di quel locale. Altrimenti niente laurea!».

Insomma: se ci sarà un secondo lockdown non andrà tutto bene.

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