Il “Novecento” dei Lou Tapage
La band occitana presenta il settimo album
“Novecento” è il nuovo album dei Lou Tapage, sestetto saluzzese e varaitino che fonde la tradizione nata dalla musica popolare e dai balli occitani col cantautorato italo-francese e il folk rock, sperimentando registri e lingue diversi, per raccontare storie.
Che arrivino da un territorio di frontiera come l’Occitania, è chiaro sin dall’apertura dell’album. Da momenti più riflessivi ad altri dal ritmo più incalzante, nel disco c’è spazio per archi e pianoforte, per chitarre distorte e incursioni elettroniche, per la celebrazione di ogni forma di ballo.
È possibile abitare questi anni Venti con un disco che si intitola “Novecento” e che dal secolo scorso prende buona parte dell’ispirazione musicale? Per i Lou Tapage la risposta è sì: vivere il presente, senza dimenticare la storia, e quello da cui si arriva. Una risposta condensata nel nuovo album uscito venerdì scorso.
La band, composta da Sergio Pozzi, Chiara Cesano, Dario Littera, Marco Barbero, Nicolò Cavallo e Daniele Caraglio, fa musica da vent’anni ed è al settimo album.
Testi e musica in “Novecento” invitano a riflettere, ma anche a ballare.
“Novecento” si apre con un brano folk rock in francese, arricchito dal prezioso intervento di Gari Greu “poeta” dello storico gruppo Massilia Sound System.
La lingua occitana, intrecciata a quella persiana del cantautore Afshin Khas, l’italiano e le chitarre elettriche, ballate oniriche e ninne nanne si susseguono per arrivare a “Vento in Tasca”, brano strumentale che chiude il disco. Un viaggio di dieci canzoni, un tuffo nel passato per riprendersi e reinterpretare il presente.
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