convegno su "Barbato"

Sulle orme di “Barbato”: Convegno su Pompeo Colajanni

Ottant’anni fa sui monti dell’Infernotto la scelta di 20 giovani che cambiò l’Italia. Venerdì al monastero della stella

Sulle orme di “Barbato”: Convegno su Pompeo Colajanni

Un uomo che dalla Sicilia portò il vento del Risorgimento e della Resistenza fin sulle montagne piemontesi, guidando la lotta per la libertà.

Venerdì 19 settembre, alle 17, il Monastero della Stella di Saluzzo ospiterà il convegno storico-scientifico “Sulle orme di Barbato”, dedicato a Pompeo Colajanni, il “Comandante Barbato”, nel centenario della sua nascita.

L’iniziativa è promossa dall’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea di Cuneo, in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo, con il patrocinio del Comune e la partecipazione attiva delle sezioni Anpi del territorio e nazionali, insieme all’Istituto Gramsci di Palermo.

Colajanni, nato a Caltanissetta nel 1914 e morto a Palermo nel 1987, rappresenta una delle figure più emblematiche della Resistenza italiana: a lui fu affidato il comando della 1ª Divisione Garibaldi Piemonte, che contribuì in modo decisivo alla liberazione di Torino.

UNA VITA DA ROMANZO

La sua storia personale è intrecciata con quella collettiva di un Paese che usciva dalla dittatura e cercava di rifondarsi su basi democratiche. Non a caso il suo nome di battaglia, “Barbato”, richiamava Nicola Barbato, medico socialista e parlamentare siciliano che fu tra i protagonisti dei Fasci dei Lavoratori.

Colajanni stesso, in alcune memorie, rievocava il clima dei giorni dell’armistizio. «Nella notte del 10 settembre – ricordava – sulla strada di Cavour, dalla quale sarei partito poche ore dopo con gli uomini del mio squadrone, c’era una giovane donna: Lina, mia moglie. Era incinta di nove mesi, e io le dissi: “Amore mio, tu devi andare da tua madre, io ti debbo lasciare, perché come tu sai, comincia la nostra guerra”».

Un addio inciso nella memoria come sigillo di una scelta di vita: l’abbandono della famiglia per guidare la nascente Resistenza.

Non mancarono le tensioni e i contrasti interni, come con Giancarlo Pajetta, compagno di lotta, che spingeva a intitolare la banda a Garibaldi secondo la linea politica del partito. Barbato, invece, rivendicava la figura di Carlo Pisacane, «più avanzato di Mazzini, il più radicale del Risorgimento». Alla fine, il compromesso: la prima banda si chiamò “Garibaldi Carlo Pisacane”, simbolo di un equilibrio fra ideali e strategia.

IL CONVEGNO

l convegno interverranno storici e studiosi: Gigi Garelli parlerà delle formazioni garibaldine; Sergio Beccio e Giuseppe Barbero dei garibaldini in Piemonte; Giuseppe Mazzaglia presenterà il volume “Nicolosi e la guerra. Percorsi di vita, memorie e testimonianze. Pompeo Colajanni il ‘Comandante Barbato’”; Marco Ruzzi analizzerà l’attività del Comando Italiano Truppe alla Montagna (1943-1944); Luciano Boccalatte interverrà in videoconferenza sulle fonti conservate all’Istoreto; Egle Scarpa porterà una riflessione sulle storie di donne nella Resistenza.

Dopo i saluti istituzionali di Mario Anselmo, presidente della Fondazione CrSaluzzo, delle autorità locali e dei rappresentanti Anpi, i lavori saranno coordinati da Piera Comba e Alessandra Tugnoli. In sala saranno presenti anche i discendenti di Colajanni, giunti dalla Sicilia, a testimoniare il legame mai interrotto tra le radici familiari e la memoria collettiva.

Questo e molto altro sulla Gazzetta in edicola e in digitale