Perchè Sanremo è sempre Sanremo
Anche quest’anno tantissimi saluzzesi non hanno resistito al richiamo del Festival e hanno invaso Sanremo. Li vedevi il pomeriggio assiepati lungo il red carpet di via Matteotti nella speranza di strappare un autografo ai cantanti, oppure la sera fuori dal Morgana o da Casa Sanremo. Le ragazze scollacciate ferme in coda si lamentano di avere freddo, ma se sotto la minigonna si mettessero almeno le calze, visto che siamo ai primi di febbraio, forse non patirebbero.
Vedendomi, qualcuna urla il mio nome nella speranza che possa intercedere per farle entrare nei locali più frequentati da vip e cantanti. C’è chi, non ricordando il mio nome, mi ha chiamato “Saluzzo”. Una signora che probabilmente ha comprato il mio nuovo libro, mi chiama addirittura “Casteldelfino” come mi sono firmato in copertina.
Io rispondo sempre e faccio quel che posso. Questa è da sempre la settimana in cui tutti mi amano, ma l’esperienza m’insegna che tra qualche giorno, incontrandomi in corso Italia, non mi degneranno di un saluto. Mille però ora le richieste di video saluti dei cantanti. Achille Lauro per Guido. Ricky per Elisa. E poi ci sono i miei studenti: un alunno vuole un messaggio da Miss Keta, ma io non oso dirgli che non so chi sia.
Non può mancare mia figlia. Riesco a portarla a Domenica In e lei si fa mille selfie. Troppo impegnata, i video per tutte le sue amichette invece glieli devo fare io, costringendomi a tremende figuracce davanti a Mollica e allo staff dello studio del Tg1.
Al festival vince Diodato anche se io ho votato Gabbani, come molti saluzzesi mi han pregato di fare. Altri amici mi chiedono via sms le foto del palcoscenico dell’Ariston. Io gliele mando e loro le pubblicano su Facebook facendo finta di essere lì in teatro. Perché Sanremo è Sanremo.