Produzione agraria e zootecnia un’annata sull’altalena dei prezzi
Bilancio di Confagricoltura: alta la qualità del sistema Piemonte ma pesa il divario costi-ricavi
Ormai è obbligatorio. Ogni analisi e bilancio in agricoltura parte dal fattore climatico. Ed è quanto hanno fatto i vertici di Confagricoltura Piemonte (il presidente regionale Enrico Allasia, il direttore regionale Lella Bassignana e il vicepresidente nazionale Luca Brondelli di Brondello) nel presentare i dati sull’annata agraria relativi ai principali comparti produttivi.
Il 2024 in Piemonte, fin dai primi mesi, ha fatto registrare un’inversione di tendenza rispetto alle condizioni climatiche registrate nel 2022 e nel 2023: precipitazioni frequenti e consistenti su tutte le province hanno contribuito a cancellare la scarsità idrica degli anni precedenti, assicurando al settore agricolo una cospicua riserva di acqua.
PROBLEMI FITOSANITARI
In primavera, lo sviluppo delle coltivazioni è stato influenzato da valori termici al di sotto della media del periodo e da intensi rovesci, che hanno determinato problematiche di tipo fitosanitario, acuite dal fatto che i terreni saturi di acqua impedivano l’entrata in campo dei mezzi e, quindi, gli interventi di difesa. Da luglio, non sono mancati eventi estremi che hanno danneggiato la vegetazione, anche in maniera massiva.
Inoltre, fisiopatie e avversità di tipo fitosanitario, biotico e abiotico, hanno esplicato i loro effetti sulla vegetazione, inficiando spesso qualità e quantità del raccolto.
Il mese di settembre, particolarmente piovoso, ha poi giocato un ruolo determinante sulla produttività di quelle colture che si trovavano in fase di completamento della maturazione: alcuni areali hanno subito danni minori, a fronte di altri il cui le perdite sono state significative.
Complessivamente possiamo inserire l’annata 2024 tra le caldo-umide, con precipitazioni e fenomeni mensili che, paragonati al 2002 e al 2014, anni di riferimento per il manifestarsi di condizioni atmosferiche simili, danno un quadro abbastanza favorevole per l’agricoltura piemontese.
AZIENDE PIU’ GRANDI
Il numero delle aziende agricole in Piemonte, ormai da almeno un decennio, sta subendo una progressiva diminuzione, soprattutto per quanto riguarda le piccole a conduzione famigliare. Si tratta di un fenomeno legato a una dinamica strutturale del comparto che vede il concentrarsi delle risorse (superfici, capi allevati, capitali) in aziende di maggiori dimensioni.
La tendenza ha mostrato una forte accelerazione negli ultimi sei anni, anche a causa delle numerose crisi che hanno colpito il settore, dall’aumento dei costi di produzione alla crisi idrica. Dal 2019 al 2024 la diminuzione è stata del 18% circa, passando dalle 43.246 aziende attive del 2019 alle 35.241 del 2024 (fonte Anagrafe agricola regionale).
Per contro la Sau (Superficie agricola utilizzata) nello stesso periodo si è ridotta solo dell’8,6%. Gli ettari nel 2011 erano infatti 947.964, contro i 866.060 del 2024 (fonte Anagrafe agricola regionale), dato che se da una parte conferma l’esistenza di un processo di accorpamento progressivo delle aziende, che ha portato la loro dimensione media dai 18,2 ettari del 2018 ai 21 ettari del 2023, dall’altra è indice di un progressivo abbandono dei terreni più difficili da condurre, fenomeno preoccupante sia per l’attività agricola, sia per il territorio.
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