Quel giorno che il Barone Rampante volò sopra gli alberi e poi scomparve Zzzzz zzzzzz
Con la pubblicazione dell’ultima tavola, realizzata da Rosanna Pasero, e della “cartolina” di Eleonora Moretti, si conclude il viaggio della Gazzetta nel mondo fantastico e struggente del Barone Rampante di Italo Calvino.
I disegni della vignettista saluzzese sono stati realizzati nel corso della lettura del romanzo da parte dell’attore Lino Guanciale durante la quarantena sanitaria dei mesi scorsi. Guanciale aveva fatto molto di più di una semplice lettura del libro: aveva dialogato idealmente con una “scimmia-lampada” ribattezzata Bandar-log, che fungeva idealmente da spalla, movimentando la lettura e interloquendo con l’attore stesso.
Chiusi tra le mura di casa, in attesa del miglioramento della situazione sanitaria, le parole di Calvino e le avventure di Cosimo, il Barone Rampante, hanno aiutato le persone a viaggiare almeno con la fantasia; e a comportarci come il protagonista, cioè lasciare (idealmente) casa nostra, per salire su un albero e trovare nuove strade, nuovi modi di spostarsi lontano dagli stereotipi e dalla quotidianità troppo monotona.
L’ultima parte del libro di Calvino fa da contraltare a quella della settimana scorsa. Dopo anni trascorsi sugli alberi, senza scendere mai, Cosimo vive il gusto della Rivoluzione e le sorprese della Controrivoluzione, prima vivendo, quasi in prima persona con i suoi amici animali, il movimento popolare francese, poi incontrando direttamente Napoleone, di passaggio tra le colline di Ombrosa con il suo esercito.
Cosimo trova l’amore incontrando, dopo anni, la sua Viola. Ma come gran parte delle cose, sarà tutto effimero. La Rivoluzione verrà schiacciata, Viola lo lascerà per trasferirsi in India con un lord inglese, e Napoleone uscirà sconfitto dalle sue battaglie.
Dall’alto dei suoi rami, Cosimo vede passare tre militari francesi, unici superstiti del Terzo Reggimento degli Ussari. Poco dopo ecco arrivare invece un drappello di soldati russi a cavallo. La scena si ripete a breve distanza: i cavalieri russi sono di ritorno e in mano hanno le teste mozzate degli Ussari.
Era la fine anche di quel sogno cullato da Napoleone. Il Barone Rampante comprende che non ci sarà più alcuna rivoluzione, nessun cambiamento, nessun amore. Ma non rinuncia al suo sogno di libertà. Anche se sempre più solo e solitario, non scende dai rami. Resta aggrappato a quel suo sogno di disobbedienza e libertà: ormai sessantenne, si vede sempre più raramente, passa interi periodi nel fitto dei boschi: di ramo in ramo ha girato tutta Europa, ha imparato a parlare con gli animali, ha conosciuto l’animo umano.
Gli abitanti di Ombrosa lo osservano ormai senza curiosità, fino a quando, ammalato, Cosimo decide di sedere sul ramo più alto di un albero. Preoccupati, i suoi concittadini gli mandano un medico, che lo visita e dichiara che serve un prete. Cosimo è immobile, sembra quasi che debba cadere, privo di forze. Ma improvvisamente nel cielo sbuca una mongolfiera, che passa accanto all’albero e sfiora Cosimo con una corda. Lui si aggrappa e vola via, verso il fitto del bosco. Da quel giorno nessuno lo vedrà più.
Ma nulla fu come prima: i boschi di Ombrosa iniziarono a diradarsi, gli alberi a scomparire uno dopo l’altro per lasciare spazio a strade e case.