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Salamandra del Monviso a rischio estinzione

A causa dell’aumento delle temperature

Salamandra del Monviso a rischio estinzione
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La salamandra di Lanza, anfibio tipico del massiccio del Monviso, rischia di scomparire. Il suo destino potrebbe essere segnato dai cambiamenti climatici. A sostenerlo è la Società Erpetologica Britannica, una delle più autorevoli istituzioni del settore, che ha pubblicato un articolo sul monitoraggio della specie. Il titolo è “Dark future for a black salamander” (“Fosco futuro per la salamandra nera) non lascia spazio a interpretazioni.

Scrivono gli studiosi della British Herpetological Society: «Le osservazioni di questo anfibio sono state messe in relazione con dati climatici e geografici. Applicando alcuni modelli matematici, è stato possibile calcolare la superficie di territorio idoneo per la salamandra di Lanza e prevedere come questo varierà a causa dei cambiamenti climatici. Purtroppo questa specie andrà incontro a serie minacce nei prossimi anni, a causa dell’aumento delle temperature. Già dal 2040 i modelli statistici prevedono, infatti, forti riduzioni dell’habitat idoneo alla vita della salamandra di Lanza, con contrazioni che, a seconda dei modelli utilizzati, possono superare il 90% dell’attuale superficie nel 2100, portando a una teorica estinzione di questa specie nel caso in cui si verifichi la peggiore previsione di riscaldamento globale».

Poco più grande di una lucertola, dal colore nero, la salamandra di Lanza si differenzia dalla più comune salamandra a chiazze gialle. Vive tra le torbiere e gli ammassi rocciosi a ridosso del Monviso, tra le valli Po, Guil, Pellice e Germanasca e nei millenni si è adattata anche in aree in cui non si registra presenza di acqua diventando, di fatto, uno degli animali simbolo del Parco del Monviso. La si può incontrare nelle giornate umide o piovose, ed è importante fare attenzione a non calpestarla, ma nemmeno toccarla o prenderla in mano.

La salamandra di Lanza è una specie tutelata dal Parco ed è raffigurata anche in una gigantografia all’ingresso dell’area di Pian del Re. Un’attenzione alla tutela di questa specie verrà posta nell’ambito del progetto Ge.co. finanziato con 1,6 milioni di euro da fondi Interreg.

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