Saluzzesi, salvate i vostri negozi
Se c’è una cosa “negativa” che l’esperienza Covid ci ha insegnato è fare gli acquisti on line. Per alcuni questo sarebbe un segno del cosiddetto progresso che loro stessi tanto auspicano. Per me, invece, è un segnale inquietante di un modo di fare “moderno” che presto però annienterà e distruggerà l’economia locale così come la conosciamo e amiamo da sempre.
Le chiusure imposte da Conte ci hanno costretto a doverci muovere con altri canali di vendita, acquisendo poi una dimestichezza e confidenza con il nuovo metodo, che prima non avevamo. Due mesi di clausura che hanno finito col trasformare in “internet addicted”, molte persone di mezza età che prima non erano certo degli smanettoni da acquisti on line.
Qualche tempo fa su Facebook girava un post con la foto di un negozietto che aveva appeso in vetrina questo cartello: «Acquistate on line, ma poi portate i vostri curriculum da noi nei negozi. Mandateli ad Amazon».
A Saluzzo nessun commerciante è stato ancora così sarcastico da affiggere un cartello simile, ma il discorso purtroppo sembra calzare a pennello con la nostra realtà cittadina.
Un commerciante mi ha raccontato di aver notato, dalla riapertura dei negozi, un grande aumento delle persone che vengono a provare le cose, ma poi non le comprano. Lui che non è stupido e non crede a un improvviso, generale attacco di titubanza da parte dei suoi clienti saluzzesi, mi spiega che questo avviene perché i “furbetti” passano a provarle per capire quale sia la propria taglia giusta, ma poi le ordinano su internet. Così come sono stati abituati a fare nel periodo di blocco, perché spendono meno.
Discorso facile visto che chi vende in rete non ha le spese fisse di un negoziante che invece deve sobbarcarsi affitto, luce, riscaldamento e soprattutto gli stipendi dei tanto adorati commessi. Un posto di lavoro che in molti oggi ambirebbero occupare, ma che se continuano ad acquistare online non esisterà più.
Così come i negozi in cui vorrebbero lavorare.