Scrigno di segreti con delitto a Saluzzo

Immaginate Saluzzo sotto un’altra prospettiva. Una Saluzzo che riconoscete tutti, pullulante di attori più o meno famosi che affollano da sempre le vie cittadine ma che, dietro quella rassicurante certezza fatta di strade, piazze e chiese, apre il sipario su un palcoscenico in cui si consuma l’omicidio di Giovanni Quaglia. Un brigadiere (Seminara) e un maresciallo (Siviero), protagonisti tanto opposti quanto affini, dell’intricata vicenda costituiranno l’uno per l’altro il supporto imprescindibile per venire a capo di una questione che sembra essere troppo grande per la nostra città.

Con “L’Enigma del Palazzo” Gian Maria Aliberti Gerbotto dà vita a una storia incalzante e ci coinvolge nelle indagini con una scrittura scattante che ricorda quella di un centometrista. Poco per volta ci avviciniamo all’elemento principe che costituirà il vero e proprio polo magnetico della seconda parte del libro: una presenza vegetale, apparentemente banale ma che comprendiamo subito essere scrigno di importanti segreti.

Non mancano i tocchi poetici di chi sa maneggiare la parola scritta, modellando la materia che ha tra le dita, come il colore delle mani che muta quando il ferro sembra entrare sotto la pelle. O, ancora, la riflessione su come le persone pensino di poter assimilare intelligenza e stile unicamente toccando gli oggetti.

Il nuovo romanzo di Gerbotto è costruito attorno a una molteplicità di personaggi che, poco per volta, si riducono a Siviero e Seminara, registi di una storia diretta da ventriloqui che paiono divertirsi a confondere le indagini. Ma i due non demordono. Con le loro perplessità, i loro limiti, le manie e gli eureka arriveranno alla soluzione dell’enigma, passando dietro la telecamera e originando un film ricco di colpi di scena, godibile e che ci sprona a proseguire la visione.

Fino all’immagine conclusiva: un dipinto che i lettori si porteranno nella mente e, ne siamo sicuri, non potranno fare altro che guardare certi scorci di Saluzzo con un occhio diverso. Questo il potere della scrittura.

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