Silvano e Marco diaconi Ordinazione con Bodo
Cerimonia sentita in parrocchia
Sua Eminenza monsignor Cristiano Bodo, che ha ordinato sabato 7 dicembre Silvano Ribotta e Marco Tesio a diaconi permanenti, ha sicuramente una grande conoscenza del ruolo svolto da questa figura religiosa nell’ambito della Chiesa e delle comunità cristiane in quanto vanta un dottorato in teologia presso la Facoltà teologica di Padova con una tesi proprio sul diaconato permanente ed ha riportato in un libro, Chiamati da Dio. Pastorale vocazionale e diaconato permanente nel XXI secolo, edito nel 2018, le conoscenze acquisite nella stesura della tesi, e nella sua esperienza pastorale. Gli abbiamo chiesto quale sia il ruolo del diacono permanente nella chiesa moderna, segnata dalla crisi delle vocazioni sacerdotali.
“Considerata la sua natura di ministero della soglia,” ha spiegato Monsignor Bodo in una nota, “il diacono, non si lascia né clericalizzare né laicizzare, il diaconato rappresenta un ponte di collegamento tra la Chiesa e la società. Il ministero diaconale diventa richiamo al fatto che la vita ha senso se si fa servizio: è segno di una dedizione stabile e definitiva, della quotidianità e dell'importanza di ciò che è ordinato, è segno di Cristo che si mette ai piedi dei discepoli per lavarli, è segno dell'autentica spiritualità che passa attraverso la storia quotidiana.
Proprio qui il diaconato trova la sua bellezza: il vivere il ministero del servizio come forma di vita attraverso la forza del sacramento che chiama il diacono stesso e lo invia a servire come Cristo stesso ha servito.
I compiti del diacono vanno dalla liturgia al servizio della “Caritas” e della catechesi; senza dimenticare che un diacono permanente sposato, deve per primo porre la sua attenzione ai figli e alla moglie, alla sua famiglia, testimonia nella comunità di essere un buon marito e un buon padre e rende credibile il suo servizio alla sua comunità parrocchiale.
Il diacono non supplisce alla mancanza dei sacerdoti e le due vocazioni sono complementari, per il bene di tutta la Chiesa.”
In queste parole è spiegato pienamente perché il diaconato è considerato ministero della soglia: esso tiene aperta la porta che mette in comunicazione Chiesa e mondo, e aiuta a ricordare che i ministri ordinati sono uomini, parte integrante di una comunità, chiamati a servirla in modo particolare. Essi sono i primi collaboratori del parroco, la loro opera deve trovare il proprio spazio ed inserirsi armonicamente nel vissuto ecclesiale senza ricoprire spazi altrui.
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