Oggi la situazione appare complicata. Il fenomeno della desertificazione commerciale non riguarda più soltanto le aree montane o periferiche, ma sta colpendo anche i centri di pianura.
«È un segnale allarmante – ha osservato Danilo Rinaudo . che impone una riflessione e, soprattutto, un’azione concreta da parte delle istituzioni per sostenere chi tiene vive le nostre comunità. Quando chiudono i negozi, lentamente si svuotano anche le piazze, le scuole, le relazioni: si impoverisce il tessuto economico ma anche sociale del territorio».
Non c’è una ricetta magica per invertire la tendenza. Ma qualcosa si può e deve fare. Ha sottolineato il presidente: «Servono politiche mirate che favoriscano la permanenza delle attività esistenti e incoraggino l’apertura di nuove imprese, soprattutto nelle zone più fragili. Un altro tema che ritengo fondamentale è quello della parità di regole tra chi opera nello stesso mercato: ‘Stesso mercato, stesse regole’ deve essere un principio imprescindibile. Oggi, invece, assistiamo a una concorrenza distorta, dove alcuni settori – dal turismo alla ristorazione, fino al commercio online – godono di condizioni fiscali o normative completamente diverse rispetto a chi lavora in modo tradizionale e sul territorio». Conclusione: «È necessario – ha ribadito Rinaudo – ristabilire equità: non si può continuare a penalizzare chi investe, crea occupazione e tiene vivo il commercio locale. La coerenza delle regole è il primo passo per un futuro sostenibile e competitivo per tutti».