I commercianti in piazza a Barge: «Il lavoro è un dovere come le tasse» la pacifica protesta è andata in scena domenica dopo le ultime restrizioni
Domenica scorsa, intorno alle 9, i commercianti di Barge hanno deciso di scendere in piazza per manifestare, pacificamente e nel rispetto delle normative anti-contaggio, contro le ultime restrizioni imposte dal governo e aggravate dalla Regone, che prevedono, per la zona rossa, la chiusura di molte attività commerciali.
Spiega Federica Paire della cartolibreria “Il pennarello”: «Abbiamo deciso di disporre in piazza San Giovanni, di fronte alla chiesa, delle sedie vuote come simbolo per rappresentare le molte attività che per l’ennesima volta sono obbligate a chiudere senza percepire ristori. Tutte le sedie sono state disposte in cerchio per rimarcare l’unione che intercorre tra noi commercianti poiché ci riteniamo una vera e propria comunità. Infatti hanno partecipato all’iniziativa sia le attività chiuse che quelle regolarmente aperte».
Su ogni sedia è stato fissato un cartello che indica il “giù le mani dalle nostre attività”, «perché se pagare le tasse è un dovere – prosegue Federica - allora anche lavorare deve essere un dovere e non un diritto acquisito oppure deprecabile o ancor peggio rimovibile. Con questo vogliamo manifestare il nostro totale rammarico perché quando i negozi iniziano a chiudere, soprattutto in un paese, le attività non sopravvivono a queste grosse crisi. Noi ci teniamo a dire il nostro forte “no”».
«Non è una presa di posizione contro un virus che sappiamo essere molto distruttivo - ci tiene a sottolineare -, ma riteniamo che servano delle misure emanate in maniera seria e tangibile e non da inesperti che comunicano le chiusure da un giorno all’altro, senza alcuna possibilità di prendere i dovuti provvedimenti da parte di noi commercianti».