Il Caffè Roma di Barge compie 250 anni «Nemmeno il virus è riuscito a fermarci»

Il Caffè Roma di Barge compie 250 anni «Nemmeno il virus è riuscito a fermarci»
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Il rinomato “Caffè Roma 1771” di Barge, nel 2021 compie 250 anni: è il bar storico più antico di tutta la provincia di Cuneo.

Spiega il titolare Romano Vanzin: «Le prime notizie di questo locale risalgono al 1771: durante i lavori di restauro del 1992, anno in cui ho preso in gestione l’attività, sotto l’intonaco e pizzicato in mezzo alle pietre, è stato trovato il cimelio più datato: un santino pasquale risalente al 1771 in cui sono riportate due frasi riferite al cibo. Ora è conservato nel nostro “angolo museale” del bar».

Continua Vanzin: «Abbiamo mantenuto la storia, l’impostazione e la specificità dell’ambiente. Nell’attuale sala principale sono originari i tavolini, quanto appeso ai muri e i divanetti che probabilmente provengono da un locale di Torino di fine Ottocento. Una particolarità di questa sala è il pavimento in quarzite, “la Bargiolina”, una pietra che si estraeva fino a qualche anno fa sul Mombracco. Mio padre, vicino al bancone, realizzò il mosaico dello stemma di Barge di fine Settecento. Anche nelle altre due sale manteniamo lo stile, con i pavimenti in castagno tipici dell’epoca; le assi misurano fino a quaranta centimetri, sono consumatissime ma mostrano di essere in buone condizioni grazie ai periodici lavori di manutenzione che non facciamo mancare».

CORREVA L’ANNO 1991

La nuova storia del vecchio Roma è iniziata nel 1991. Racconta Vanzin: «Trent’anni fa, era estate, tre baldi giovani (Mauro Geuna, Roberto Mauro e il sottoscritto) pieni di speranza fondavano la Marco Polo snc, con l'intento di aprire un locale. Da quel momento la società ha cominciato, in quel di Barge, a ricercare uno spazio adatto. Ma passavano i mesi e non riuscivamo a trovava alcunché. Verso la fine dell’anno è venuta fuori l'idea vincente: perché non chiedere alle sorelle Calua, che allora mandavano avanti il Caffè Roma, se casomai volessero cedere? Siamo arrivati al momento giusto: loro, infatti, avevano una mezza idea di lasciare gestione. Dopo qualche tira e molla , abbiamo trovato l’accordo: affare fatto».

MANOVALI E ARCHITETTI

Il primo marzo 1992 Romanzo Vanzin diventa il nuovo gestore: «Per 4 mesi - spiega Vanzin - abbiamo lavorato sodo per restaurare più di 120 metri quadrati. Di giorno manovali, di sera architetti. È stata una ricostruzione vissuta giorno per giorno, centimetro per centimetro, curando ogni particolare, e valorizando una fortunata eredità di pezzi d'epoca unici».

Dal 4 luglio porte aperte al pubblico. Prosegue Romano: «Nel suo piccolo è stato un evento! Un baretto da "parinot e tressette" rinfrescato e rimesso a nuovo, nel pieno rispetto della sua gloriosa storia». Passano giorni, mesi e anni di lavoro e divertimento; la nuova squadra si difende più che decorosamente e la clientela aumenta».

L’ERA DEI VANZIN

Alla fine del 1995 nella Marco Polo si crea un'esigenza, una sensazione di dover cambiare: «Con Margherita - osserva Romano -, la mia partner, dal primo gennaio 1996 abbiamo rilevato tutte le quote della gestione. Con il trascorrere del tempo, i nostri figli sono cresciuti e la nostra avventura è proseguita sino all’agosto del 2013. È dunque subentrata una nuova gestione fino all’aprile del 2018».

IL RITORNO DEL BARISTA

Siamo alla storia recente. Ancora Romano: «Il 10 maggio 2018 le redini del Caffè Roma sono tornate nelle mie mani, anche grazie all'aiuto dei miei figli, Lorenzo e Andrea, nuova linfa ed energia in questo mondo che cambia, accanto alla costante e sicura presenza di Daniela Maurino, da sempre apprezzata collaboratrice della nostra squadra».

Spiegano Lorenzo ed Andrea: «Siamo cresciuti in questo locale e alcune volte, soprattutto quando l’afflusso di clienti è maggiore (il giovedì, giorno di mercato, e la domenica con le messe) aiutavamo i nostri genitori con lavori semplici quali lavare le tazzine per velocizzare i tempi. Un valore aggiunto del locale è l’esterno, perché si affaccia direttamente sulla piazza barocca di metà ‘770, il fulcro della Barge storica».

UN LIBRO RACCONTA

Anche nel libro "Osteria d’Oriente - Avventure piemontesi" di Renato e Davide Scagliola (Gribaudo Editore, gennaio 1994) si narra dell’antico Caffè Roma: «Barge non è un posto di villeggiatura, ma si può anche fare un viaggio, meglio col brutto tempo, per andarsi a sedere al Caffè Roma in piazza San Giovanni, davanti alla facciata della parrocchia. Fino a poco tempo fa era un locale fermo nel tempo, un piccolo museo di se stesso, con una vecchia padrona gentile. Adesso dei giovani a modo - continua il libro - lo hanno rifatto con garbo, con legni, mattoni, velluto cremisi; anche il telefono pubblico è un vecchio modello di bachelite nera. Fuori una bella insegna di latta dipinta che porta la data 1771, anno di costruzione del palazzo e sul pavimento di quarzite chiara lo stemma in pietra del paese».

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