«Il ritiro dei licenziamenti era imprescindibile»

«Il ritiro dei licenziamenti era imprescindibile»
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«Ora si apre un percorso nuovo grazie alla buona volontà di tutti, dalle parti sociali all’azienda, che si è resa disponibile a tornare sui propri passi considerando un’ipotesi alternativa al licenziamento collettivo, scelta che apprezziamo e auspicavamo». Così ha commentato l’assessore al Lavoro della Regione, Elena Chiorino.

«La Regione - sottolinea il governatore Alberto Cirio - aveva assunto una posizione chiara nell’ultimo incontro con i rappresentanti dei lavoratori Non avremmo accettato nessun licenziamento e così è stato».

Soddisfatti anche i sindacati. «Il ritiro dei licenziamenti per noi era una condizione imprescindibile - ha detto Igor Albera della Fim Cisl - ed è una buona notizia l’impegno del ministero a controllare l’andamento dei piani di reindustrializzazione. Tutto dipenderà dalla qualità del progetto, dalla concretezza e dal modo in cui sarà usato il tempo: perché se tutto dovesse naufragare, di qui a un anno i lavoratori si ritroverebbero punto e a capo».

Roberto Lepori del Fismic e Pierandrea Cavallero della Fiom Cgil aggiungono: «Il 7 febbraio, invece della chiusura definitiva dello stabilimento come doveva essere fino ad oggi, inizieranno 12 mesi di cassa integrazione per la reindustrializzazione, ora cerchiamo un imprenditore che voglia investire».

Anche il sindaco Mauro Calderoni, pur soddisfatto, invita a rimanere con i piedi a terra: «La notizia non è risolutiva, ma un deciso passo avanti verso la possibile soluzione di questa crisi. Siamo pronti a fare ogni sforzo, nelle nostre competenze, per consentire che l’ipotesi di reindustrializzazione abbia successo. Una vicenda che rimane comunque difficile per la nostra comunità, perché tra addetti diretti e indotto sono coinvolte oltre 400 famiglie».

A Roma erano presenti all’incontro, in rappresentanza del Comune di Saluzzo, il vicesindaco Franco Demaria e il consigliere Corrado Lauro. Di fronte al palazzo di via Vittorio Veneto c’erano invece un centinaio di lavoratori dello stabilimento di via Grangia vecchia, giunti nella capitale con un bus e in treno.

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