Le insegne Bper cancellano Crs Giorni contati anche per Ubi fine di un’era I sindacati: «Il personale deve essere salvaguardato»

La Consob ha concesso due giorni in più a Intesa San Paolo per raccogliere sul mercato le azioni di Ubi Banca. La scadenza dell’offerta pubblica di acquisto e scambio, fissata inizialmente per martedì 28 luglio, si concluderà dunque soltanto giovedì 30 luglio.
Un motivo in più per Intesa per essere ottimista sulla buona riuscita dell'operazione, che gli analisti danno per scontata.
Se, come tutto lascia supporre, l’adesione supererà il 66,6% Ubi sparirà e anche in questo caso, come già successo con le Casse di risparmio di Saluzzo e Bra dopo l’incorporazione, cesserà dalle sue funzioni il cda.
Due sono i cuneesi che ne fanno attualmente parte: l’ex presidente della Camera di Commercio di Cuneo, Ferruccio Dardanello, e la docente universitaria Francesca Culasso, di origini scarnafigesi.
È una settimana cruciale, quella in corso, per il risiko bancario che anche in provincia di Cuneo è destinato a rimodulare la presenza delle banche sul territorio.
Venerdì scorso è stata definitivamente ammainata l’insegna della vecchia Cassa di Risparmio di Saluzzo, che si apprestava a raggiungere il traguardo dei 120 anni.
È stata sostituita con quella della Bper, Banca Popolare dell’Emilia Romagna, che ne ha acquisito la piena proprietà dal 27 luglio.
Bper, appena conclusa l’operazione tra Intesa e Ubi, acquisirà da quest’ultima vari sportelli.
«Le filiali - spiega l’amministratore delegato Alessandro Vandelli - sono le 532 previste a seguito della richiesta Antitrust e sono già state identificate una ad una. La prevalenza, circa il 70% degli impieghi e della raccolta da clientela, è nel nord del Paese, soprattutto in Lombardia. E poi in Piemonte, Liguria e Marche, meno nel resto d’Italia. Si tratta di un’opportunità che non ci ricapiterà più. Certamente - aggiunge - intendiamo comprare un numero significativo di filiali, ma soprattutto acquisire nuovi clienti in aree di grande ricchezza e realizzare sinergie di ricavo grazie alle nostre società prodotto nell’asset management, nel credito al consumo e nel factoring. Inoltre – motiva la scelta Vandelli - non dobbiamo gestire duplicazioni nelle strutture centrali con i relativi costi di integrazione: questo è il vero vantaggio dell’operazione».
Per quanto riguarda i timori degli esuberi di personale, Vandelli getta acqua sul fuoco.
«Siamo una banca che ha ormai una strategia multicanale - argomenta l’ad di Bper in un’intervista al quotidiano economico Il Sole 24 Ore -, ma rimaniamo fermamente convinti che il ruolo della filiale sia e resterà centrale nel rapporto con i clienti. E le persone che lavorano in banca sono fondamentali. Ai dipendenti delle filiali di Ubi, che auspichiamo diventeranno di Bper, dico che speriamo di appassionarli con il nostro progetto di crescita e che puntiamo ad aumentare e non a diminuire le risorse».
Per quanto riguarda i dipendenti delle ex Casse di Saluzzo e Bra non dovrebbero esserci licenziamenti, ma al più trasferimenti per non oltre il 10 per cento degli attuali organici.
Per Saluzzo potrebbero essere una ventina le persone destinate alla direzione regionale di Torino.
Si tratta comunque di indiscrezioni, anche perché la trattativa, che vede coinvolte Bper e le sigle sindacali Fabi, First e Fisac, è appena agli inizi.
«Stiamo cercando di fare in modo che il maggior numero di dipendenti possa continuare a lavorare il più possibile vicino alla propria residenza, anche perché - spiega Luca Mellano, segretario provinciale della First Cisl - si andrà sempre più verso un radicale cambiamento delle modalità lavorative. Non nego che qualche elemento di preoccupazione ci sia, ma il fronte sindacale agisce in modo compatto e spero che la trattativa possa concludersi entro settembre».