La mela-regina traina l’ortofrutta vale il 25% dell’export a volume
Golden prima varietà, crescono le selezioni a club. L’estero vale un miliardo di euro, boom del Brasile

Come si evince dalle analisi del Monitor Ortofrutta di Agroter, la mela resta di gran lunga il primo prodotto ortofrutticolo più esportato, tant’è che da solo vale il 25% dell’export a volume. Le produzioni negli ultimi 5 anni sono state pressoché costanti nell’ordine di 2,1 milioni di tonnellate, a differenza di molte altre colture che hanno subìto tracolli importanti. I consumi, nell’arco di poco più di un decennio, sono diminuiti di pochi punti percentuali a volume, ampiamente compensati da una crescita dei prezzi di circa 30 punti.
La produzione di mele in Italia, rispetto alle stime iniziali, è stata ritoccata in rialzo di quasi 10 punti percentuali, ma questo non influenzerà la commercializzazione di alcune varietà, a partire dalla Golden, che al contrario, corre il serio rischio di terminare la stagione anzitempo, soprattutto per quanto riguarda i calibri più grossi di prima categoria che risultano carenti.
Produzione: boom delle varietà club, tiene la Golden, in calo Red
Uno dei punti di forza del settore melicolo riguarda l’affidabilità dei dati, a partire da quelli produttivi, italiani ed europei, con i quali si possono effettuare analisi sull’evoluzione varietale. Come si può notare dall’analisi delle cifre aggregate, in linea di massima i volumi raccolti sono costanti, nell’ordine di 2,1 milioni di tonnellate all’anno. Ciò che cambia è l’incidenza delle diverse cultivar, con il gruppo delle club che ha più che raddoppiato le tonnellate e con Pink Lady - capostipite di questa nuova generazione di mele - che supera ampiamente le 100 mila tonnellate segnando +25%.
Gala, Granny Smith e Fuji mostrano un trend sostanzialmente stabile o, comunque, in calo di pochi punti. Lo stesso non si può affermare per Stark/Red Delicious, che - seppur in risalita nell’ultimo anno - hanno comunque registrato un calo del 23%, a sancire che Stark e Red sono le varietà che più stanno soffrendo la concorrenza delle nuove selezioni.
Ultima, ma non certamente per importanza, è la Golden Delicious, che si conferma la varietà regina della melicoltura italiana, con una quota variabile, in funzione dell’annata, fra il 30 e 35% del totale prodotto. Il trend, riferito all’ultimo anno, mostra un -10% ma è un dato più severo rispetto all’effettivo potenziale, poiché è influenzato dai problemi contingenti al raccolto del 2024. In sostanza la capacità produttiva è stabile, attorno a 700 mila tonnellate.
Commercio estero
La mela guida l’export ortofrutticolo italiano, mostrando performance di rilievo non solo nel Vecchio Continente - dove la Germania rimane il riferimento, seguita dalla Spagna - ma pure in tanti Stati al di fuori della classica comfort zone. Nella top 10 delle destinazioni più importanti ci sono infatti Arabia Saudita, India, Brasile e Israele; più in generale sono oltre 50 le Nazioni dove le aziende italiane esportano almeno 1.000 tonnellate di prodotto. Fra i Paesi che stanno apprezzando maggiormente le mele italiane c’è il Brasile, che ha quadruplicato i volumi importati nell’arco di un quinquennio. Nel complessivo, le esportazioni melicole sono vicine a 1 miliardo di euro e a volume valgono da sole il 25% dell’intera ortofrutta commercializzata oltre confine.
Circa l’evoluzione varietale all’interno del mondo distributivo si conferma la progressione delle mele club e di Pink Lady, mentre fra le varietà classiche è notevole l’exploit di Granny Smith e del gruppo altre mele che prende in considerazione tutte le produzioni di nicchia e ciò che proviene dall’estero (incluso le mele club).
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