Ecco il libro “perfetto” per una lettura da effettuarsi nel giorno del 2 Novembre quando si è particolarmente sensibili alla ricorrenza del trapasso e che è in grado di far riflettere seriamente su quanto (più tardi che mai) ci attende a fine vita, ma con la leggerezza della sottile ironia delle vignette che l’accompagnano.
E’ l’unico libro al mondo che si legge con una mano sola mentre l’altra è intenta a fare gesti apotropaici. Parliamo di “Titonidi”, a cura di Franco Luigi Carena, Danilo Paparelli e Moise ( Paolo Moisello ), Buckfast Edizioni, 170 pagine, 18 euro. L’opera tenta di svolgere un discorso (seppur difficile) sulla morte, pensoso e scanzonato. In ofndo, è un viaggio che prima o poi faremo tutti, e che dovrebbe stimolare riflessioni sul senso della nostra esistenza, della nostra presenza e infine del definitivo sconfinamento.
I Titonidi sono i rapaci notturni Strigiformi che noi chiamiamo comunemente barbagianni, che nel folklore popolare vengono considerati gli “uccelli del re del popolo fatato”. Il barbagianni (come il gufo, la civetta etc) è utilissimo per l’uomo, ma gode, fin da tempi antichi, di una fama negativa associata alla morte, poetica e lugubre, leggera e paurosa, patetica e fredda, spietata e misteriosa.
Qualcuno, per non morire, si lega a sette e “santoni” tacitando l’angoscia col credere che sia possibile vivere all’infinito.
Niente o troppo poco sappiamo sulla morte e nessuno ne vuole parlare, eppure bisognerebbe darle un senso. Jim Morrison (1943–1971) diceva: «Non aver paura della morte… fa meno male della vita!».
Questo libro pur trattando il tema nel campo storico, religioso, filosofico e popolare, vuole perdersi nell’incanto di una poesia, nel sospiro delle proprie esitazioni, nelle fantasie dei sogni, nel palpito della scoperta degli altri, con la cura delle “farmacie dell’anima” accompagnate da alcune sagaci opere grafiche di Moise e Danilo Paparelli e gli scritti di Franco Luigi Carena. L’intento è di attenuare l’inquietudine per l’attesa della morte che nolenti o volenti passerà a prenderci. Nel libro compare un intervento di Candida Rabbia, mentre se è vero che una risata ci seppellirà, allora non bisogna perdersi la prefazione del comico Alberto Patrucco.