Il Piemonte diventa un caso nazionale Sotto tiro l’assessore alla sanità Icardi
Sono giorni difficili per l’assessore regionale alla Sanità, il leghista Luigi Genesio Icardi, cuneese, già sindaco di Santo Stefano Belbo, nel mirino delle opposizioni per le incertezze nella gestione dell’emergenza coronavirus in Piemonte.
La rimozione del dottor Mario Raviolo dall’Unità di Crisi e la nomina dell’ex ministro Ferruccio Fazio e dell’epidemiologo albese Paolo Vineis nella task force regionale offrono il destro al Pd per dire che Icardi non è all’altezza del compito essendo troppe le falle emerse. Maurizio Marello non risparmia critiche e ne chiede le dimissioni. Analoga richiesta la rivolge la deputata cuneese Pd Chiara Gribaudo: «Subito le dimissioni dell'assessore regionale alla Salute. Da tempo - afferma la parlamentare di Borgo San Dalmazzo - denunciamo l'incompetenza e il pressappochismo della squadra voluta dal presidente Cirio per gestire l'emergenza. Una denuncia che è stata fatta anche dalle rappresentanze degli operatori sanitari, perché il Piemonte è un caso nazionale: sanitario e politico». Se dal centrosinistra sparano a palle incatenate, la Lega rimanda le accuse al mittente definendole strumentali.
«La realtà - replica il consigliere regionale leghista saluzzese Paolo Demarchi - è che in due mesi di emergenza siamo riusciti a raddoppiare i posti letto in terapia intensiva, abbiamo triplicato i posti in terapia sub intensiva, assunto oltre 2.000 tra medici e infermieri, creato la piattaforma di gestione dell’emergenza che ha messo in rete prefetti, sindaci, medici, laboratori e altri. Icardi – rileva Demarchi - ha gestito bene la fase 1 dell’emergenza ed ora, entrando nella fase 2, ha proposto un ampliamento del gruppo di esperti con un incarico consultivo per confrontarsi su quella che è stata la grande criticità: la medicina sul territorio, che ha subito tagli pesanti negli anni ed ora diventa la base su cui ripartire».
Nella partita s’inserisce anche l’europarlamentare leghista Gianna Gancia, che tira in ballo il presidente della Regione Alberto Cirio, lasciando intendere che avrebbe dovuto assumere con più coraggio la difesa del suo assessore. «Quello rivolto a Icardi - afferma Gancia - è un chiaro attacco politico. E se continueranno gli attacchi politici si risponderà con il voto. Perché le scorciatoie per riprendersi le poltrone non esistono».
Una querelle, quella che vede protagonista suo malgrado Icardi, che assume connotati anche politici e che si gioca sottotraccia in vista di quel rimpasto nella giunta regionale che per ora ha visto solo la nomina di Maurizio Marrone designato al posto di Roberto Rosso.
Forza Italia e Fratelli d’Italia evitano di farsi coinvolgere, mentre sullo sfondo si profila la mai sopita lotta all’interno della Lega piemontese. Cova il sospetto, in una parte del partito, che la mancata difesa di Icardi da parte di Cirio possa preludere ad un cambio tra l’attuale assessore e quell’Alessandro Stecco, neuroradiologo vercellese, che il segretario leghista e capogruppo alla Camera Riccardo Molinari avrebbe voluto fin da subito assessore alla Sanità.