Parco del Monviso, nuova fumata nera E la Regione prende ancora tempo
È trascorso un mese da quando l’assessore alla Montagna e ai Parchi Fabio Carosso, da noi interpellato, annunciava che la strada scelta dalla Regione per il Parco del Monviso era quella del commissariamento, in assenza di un accordo condiviso sul territorio. Carosso aveva lasciato intendere che il decreto di nomina avrebbe potuto essere firmato entro la fine di maggio dal presidente della Regione.
Aveva aggiunto che il “commissario” sarebbe stato scelto tra i nomi posti sul tavolo durante l’ultima assemblea dei sindaci a Saluzzo a cui lui stesso aveva partecipato, in base ai criteri della competenza e della territorialità. Giovedì scorso, in Regione, c’è stata la riunione della Commissione Nomine ma del Parco del Monviso non se n’è parlato.
La situazione resta confusa e dopo la rinuncia del sindaco di Venasca e presidente dell’Unione Valle Varaita, Silvano Dovetta, nome gradito al presidente Cirio e a Forza Italia, è tornata in alto mare.
Qualcuno ha adombrato la possibilità che, per uscire dall’impasse, si potesse riaprire il bando, ma risulta che i funzionari regionali si siano mostrati perplessi al riguardo.
Se anche questa strada fosse percorribile i tempi non sarebbero comunque brevi.
La verità è che nessuno in Regione sa come far fronte a quello che sta diventano un vero e proprio caso.
Infatti, a distanza di un anno dall’insediamento della giunta regionale non si è trovato chi abbia i requisiti (e il gradimento politico) per ricoprire questo ruolo.
La designazione di un commissario-presidente sarebbe quanto mai auspicabile alla vigilia di una stagione estiva che si annuncia interessante ma anche problematica per le aree montane ricomprese nel territorio del Parco.