Politica Clima teso all’interno del gruppo del Carroccio cittadino Sulla Lega tira un’aria di tempesta Andreis chiede un cambio di marcia gwejhg ljvwklajk

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Tira di nuovo aria di maretta nella Lega saluzzese.

Se è vero che due indizi fanno una prova, quel che è successo nell’ultima seduta consiliare dimostra che il clima che si respira nel gruppo consiliare non è dei migliori.

Domenico Andreis, capolista alle comunali di un anno fa e attuale capogruppo, su due questioni non marginali - la manovra per l’emergenza sanitaria e l’ordine del giorno sul gioco d’azzardo - ha votato in maniera difforme dai suoi colleghi.

In verità, è più corretto dire, considerato che il capogruppo è lui, che i suoi colleghi, Paolo Demarchi e Paolo Scaletta, si sono espressi diversamente dal loro leader.

Siamo di fronte a una spaccatura che ripropone ruggini che, periodicamente, riemergono nelle vicende della Lega saluzzese.

Senza andare a rivangare gli ultimi 25 di storia politica locale, dove, nel Carroccio, si sono succeduti gruppi dirigenti che hanno spazzato via i precedenti senza lasciarne traccia, basti ricordare quanto successo lo scorso anno in occasione delle amministrative per cercare una spiegazione a quanto sta succedendo.

La situazione odierna è figlia di due questioni, strettamente connesse, che hanno avuto origine al momento dell’indicazione del candidato sindaco e ancora bruciano oggi.

La scelta di Alessandra Piano, inventata e imposta dalla segreteria provinciale, non era piaciuta alla base del partito. Così come non era stata condivisa dalla sezione la candidatura in Regione di Paolo Demarchi, anch’essa voluta e imposta dai vertici del partito.

Ma le due questioni s’intersecano.

A giudizio dei militanti saluzzesi, il sindaco avrebbe dovuto essere espressione locale e quindi Demarchi sarebbe stata la figura adatta, senonché la sua corsa in municipio avrebbe reso impossibile quella, ben più ambita, alla Regione.

Nel caso di una sfida in municipio con Demarchi alla testa del centrodestra, la candidatura in Regione sarebbe toccata a Domenico Andreis.

Oggi a Demarchi, dopo la sua elezione a Palazzo Lascaris, viene rimproverato, più o meno tacitamente, di aver pensato più a una sua sistemazione personale che non all’interesse del territorio e alla crescita del partito che lo ha espresso. A distanza di un anno - si fa notare - nessun significativo risultato è stato ottenuto per la città di Saluzzo e per il Saluzzese.

Andreis è inquieto, ma non è disposto a rilasciare interviste per spiegare il suo malessere, così come risulta che anche il segretario di sezione, Gianni Tesio, “congelato” nelle sue funzioni nonostante abbia più volte espresso la volontà di volersi tirare fuori, sia poco soddisfatto di come procedono le cose. C’è un altro aspetto che pesa e rende inquieta la base ed è che la Lega saluzzese non ha mai goduto di particolare considerazione da parte della nomenclatura provinciale del partito.

C’è stata una sola stagione in cui la sezione cittadina è stata attiva, quella in cui Claudio Sacchetto, assessore regionale all’Agricoltura, aveva l’ufficio di fronte al duomo e ogni sabato mattina riceveva frotte di militanti e agricoltori.

«Sacchetto - spiega un leghista deluso - pagava di tasca sua la sede e ci faceva sentire parte attiva del partito. Oggi ci sentiamo soldatini, talvolta quasi burattini. Ci chiedono di andare a Pontida per fare massa, di allestire gazebo, ma mai una volta che ci considerino quando si tratta di questioni importanti che riguardano la città e il territorio».

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