Saluzzo, la chimera del centrodestra
Una sconfitta dopo l’altra
Cronaca di una sconfitta annunciata. Per il centrodestra, che da vent’anni a questa parte colleziona batoste, quella della recente tornata amministrativa è la più cocente.
I numeri certificano il fallimento dei partiti di centrodestra che, alle comunali, raccolgono percentuali irrisorie. Un tempo si sarebbe detto da prefisso telefonico.
La Lega, con l’uscita di scena del segretario e capogruppo Domenico Andreis e l’abbandono di militanti storici come Gianni Tesio e altri iscritti, tocca il fondo non riuscendo ad eleggere un proprio rappresentante in Consiglio comunale.
Un fatto che non si verificava dagli anni ’90 e che, nel corso di questi decenni, ha visto succedersi vari gruppi dirigenti (si fa per dire) che non sono mai riusciti a garantire un efficace radicamento nel tessuto sociale cittadino.
Il partito di Matteo Salvini è quello fra i tre del centrodestra che su piazza registra il flop più clamoroso.
Se alle europee, in città, raccoglie ancora l’11,12% e alle regionali l’11,36% , alle comunali precipita al 3,65%, meno di quanto conseguito dalla lista Saluzzo Futura di Renato Pagliero.
Paolo Demarchi, consigliere regionale e comunale uscente, resta fuori da entrambe le istituzioni.
Ma la dèbacle riguarda anche Fratelli d’Italia che, a fronte di un 34,72% alle europee e di un 21,87% alle regionali, scende al 9,78% alle comunali. Un risultato che manca l’obiettivo per il cambiamento alla guida della città.
Non da meno il dato di Forza Italia: alle europee 10,41%, alle regionali 7,01%, alle comunali poco meno del 6%.
Giovanni Damiano, che sperava - grazie al possibile traino dei partiti nazionali - di arrivare al ballottaggio con Franco Demaria, deve prendere atto che la sua coalizione ottiene il 10% in meno di quanto ottenuto nel 2019 da Alessandra Piano.
Del resto, la sua candidatura a sindaco è stata una “seconda scelta”, emersa in extremis dopo la rinuncia dell’avvocato Chiaffredo Peirone, che – fiutata l’aria – aveva gettato la spugna evitando di farsi imbrigliare in scelte fatte da commissari e coordinatori provinciali di partiti estranei alle dinamiche politiche saluzzesi.
Conclusione: Damiano porta con sé due “civici” della sua lista, Paola Sanzonio e Alberto Daniele e due esponenti di partito, Nicolò Giordana per Fratelli d’Italia e Cesare Battisti per Forza Italia.
L’opposizione cambia dunque radicalmente la sua composizione rispetto a cinque anni fa.
Per FdI si tratta di un esordio a Palazzo di città, mentre per FI di un cambio della guardia dopo la lunga stagione di Fulvio Bachiorrini.
A completare la compagine di minoranza in municipio anche Marco Piccat che, nonostante la sua coalizione abbia conseguito il 10%, non riesce a portare sui banchi del Consiglio altri che se stesso.
Per Renato Pagliero è stata una partecipazione dignitosa, ma con esito infausto visto che non è riuscito a varcare la soglia del municipio.
Questo e molto altro sulla Gazzetta in edicola e in digitale