Si spegne il sogno di riavere il treno La Regione: il servizio è insostenibile

Si spegne il sogno di riavere il treno La Regione: il servizio è insostenibile
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Da 48 collegamenti giornalieri con Savigliano, si è scesi a 32. Il raffronto tra le tabelle orarie del servizio di trasporto pubblico tra la capitale del Marchesato e la città del Pendolino, prima e dopo l’emergenza Covid, segna un saldo negativo. Saluzzo non riavrà il suo treno, riconquistato appena due anni fa dopo sei anni di battaglia politica in Regione.

Battaglia politica che si è spostata, mercoledì sera, tra i banchi del consiglio comunale, che ha visto un acceso dibattito tra il sindaco e il consigliere di opposizione (e consigliere regionale tra le fila della Lega) Paolo Demarchi.

L’ordine del giorno portato in aula dalla maggioranza ribadisce che l’orario autunnale del servizio ferroviario non include la Saluzzo-Savigliano, nonostante le “rassicurazioni” politiche della Regione dei mesi scorsi, tra cui l’ultima dell’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi: «Non vogliamo chiudere nessuna linea, e non vogliamo farlo adesso. Dobbiamo dare la soluzione di trasporto migliore all’utenza, intendendo per migliore quella che sia migliore anche dal punto di vista del conto economico. A settembre - diceva Gabusi un mese fa - salvo scenari imprevedibili che metterebbero in discussione non solo la Saluzzo-Savigliano ma anche diverse altre linee, riaprirà, dopo le ferie».

Invece nulla. La questione, ha spiegato Paolo Demarchi, non è politica ma finanziaria: «Sulla linea ci sono costi insostenibili. Era necessaria una manovra – ha spiegato l’esponente leghista -. La giunta Chiamparino aveva sottoscritto con RfiI un contratto ponte di quattro anni, con una compensazione costante nei primi tre, e una maxi-rata finale 2020. La differenza dell’ultima rata, di 40 milioni euro, è insostenibile per il bilancio della Regione». Demarchi snocciola quindi i dati sull’utenza del servizio: «Sulla Saluzzo-Savigliano era raro trovare oltre 30 utenti a corsa. Ci sono state corse anche con 4 passeggeri, su un veicolo da 190 posti di capienza e che tutti i giorni deve farsi Savigliano-Lingotto per il rifornimento di carburante, diesel, dal momento che questa linea non è elettrica».

Secca la replica del sindaco: «L’alternativa del trasporto su gomma non è intellettualmente onesta. Se immaginiamo un futuro ambientale sostenibile e sicuro a livello di trasporti, sappiamo che non è un’alternativa. Tieni aperta la linea – ribadisce a Demarchi -, fai una battaglia a viso aperto, sei il consigliere regionale del territorio. È inaccettabile un ragionamento economico sui servizi pubblici».

La battaglia, intanto, l’hanno già fatta i sindaci di Cavallermaggiore e Bra, alle prese con lo stesso problema di Saluzzo. Davide Sannazzaro e Gianni Fogliato hanno incontrato Gabusi la scorsa settimana. Un tu per tu con l’assessore che ha consentito ai primi cittadini di portare a casa non il treno, ma almeno qualche autobus in più. Quando ci sarà il confronto diretto tra Calderoni e Gabusi?

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