Un anno fa il bis di Calderoni
Un anno fa di questi di giorni, dopo il verdetto delle elezioni amministrative svoltesi l’11 giugno 2019, Mauro Calderoni iniziava il suo secondo mandato da sindaco di Saluzzo.
Se nel 2014 fa erano state le liste, soprattutto quelle moderate di “Uniti per Saluzzo” e “Polo Civico”, a trascinarlo alla vittoria, nell’ultima tornata le cose erano andate diversamente.
Infatti, il candidato sindaco di “Insieme si può”, portando in dote 5099 voti dati alla sua persona (54,3%) rispetto ai 4676 (53,2%) ottenuti dalle sei liste che lo appoggiavano, si assicurava la vittoria.
Una differenza di 423 consensi che aveva visto Calderoni vincere al primo turno senza necessità del ballottaggio e uscire rafforzato dalle urne.
Se la compagine avversaria di centrodestra, affidata ad Alessandra Piano, indicata dalla Lega, appariva fragile perché rabberciata in zona Cesarini, pesava tuttavia l’incognita del Movimento 5 Stelle, nonostante anche la squadra pentastellata, guidata da Carlo Manfredi, apparisse non particolarmente agguerrita.
Nel momento in cui la destra, soprattutto la Lega, prevaleva alle regionali e alle europee, a Saluzzo si confermava, per un altro quinquennio, una maggioranza di segno opposto.
Il voto amministrativo di Saluzzo rappresentava un dato in controtendenza rispetto al trend di una tornata elettorale che comprendeva nel Cuneese altri tre importanti centri: Alba, Bra e Fossano.
Ad Alba, Carlo Bo, indicato da Forza Italia ed appoggiato dal centrodestra aveva vinto al primo turno.
A Fossano Dario Tallone, segretario cittadino della Lega, sostenuto anche qui da FI e FdI, si aggiudicava al secondo turno la vittoria su Paolo Cortese, Pd.
Oltre a Saluzzo, solo Bra restava appannaggio del centrosinistra: Gianni Fogliato, erede di Paola Sibille, riusciva infatti ad avere la meglio al ballottaggio sulla candidata del centrodestra, Annalisa Genta, espressa dalla Lega.