Dal prossimo 25 dicembre entrerà ufficialmente in vigore il Conto termico 3.0, il nuovo incentivo statale che sostiene chi sceglie di rendere più efficiente e sostenibile il proprio sistema di riscaldamento. Una misura che, pur con un nome tecnico, interessa da vicino anche il nostro territorio: famiglie, comuni, imprese e associazioni potranno accedere a contributi economici per migliorare la qualità energetica di case, scuole, uffici e strutture pubbliche.
Dopo quasi dieci anni dal precedente Conto termico 2.0, il decreto pubblicato a settembre in Gazzetta Ufficiale segna una svolta: più fondi, più soggetti ammessi e tecnologie più moderne per ridurre i consumi di gas e le emissioni.
L’obiettivo è ambizioso, ma concreto: ridurre la dipendenza energetica e favorire il passaggio verso fonti rinnovabili.
CHI PUO’ ACCEDERE
La novità più importante riguarda proprio i beneficiari. Oltre alle pubbliche amministrazioni, potranno richiedere l’incentivo anche privati cittadini, imprese del settore terziario ed enti del terzo settore. Per questi ultimi -come associazioni o cooperative sociali- sono previsti contributi equiparabili a quelli dei comuni, fino a coprire l’intera spesa per gli interventi.
Per i privati la percentuale di rimborso può arrivare al 65% del costo sostenuto, con tempi di erogazione rapidi: per importi più contenuti (fino a 15 mila euro) il contributo arriva in un’unica soluzione. Una buona notizia, soprattutto per chi vive in abitazioni datate e vuole rinnovare l’impianto senza affrontare spese proibitive.
COSA SI PUO’ FARE
Gli interventi finanziabili sono numerosi e non si limitano alla sostituzione della vecchia caldaia. Il Conto termico 3.0 copre lavori di riqualificazione energetica completa: isolamento termico delle pareti, sostituzione degli infissi, schermature solari e sistemi di domotica per gestire i consumi.
Ampio spazio anche alle fonti rinnovabili: pompe di calore, pannelli solari termici, caldaie a biomassa, sistemi ibridi o combinati. In alcuni casi è possibile collegare l’intervento a impianti fotovoltaici o colonnine per la ricarica elettrica, creando un pacchetto di efficienza integrata.
È invece esclusa la semplice sostituzione di caldaie a gas, anche se a condensazione: lo Stato punta su un salto tecnologico vero, non su un semplice ammodernamento.
QUANTO VALE E COME SI ACCEDE
Il fondo complessivo ammonta a 900 milioni di euro all’anno: 400 destinati alle pubbliche amministrazioni, 500 ai soggetti privati. Le richieste si presenteranno tramite il portale del Gse (Gestore dei Servizi Energetici), che pubblicherà entro la primavera 2026 le nuove regole operative.
Chi ha già avviato pratiche con il precedente Conto termico potrà concluderle, ma per i nuovi progetti si applicheranno i requisiti aggiornati.
UN’OPPORTUNITA’ ANCHE PER IL SALUZZESE
Il nuovo Conto termico rappresenta un’occasione concreta anche per i Comuni del saluzzese, spesso alle prese con edifici pubblici energivori e costi di gestione sempre più alti. Scuole, palestre, uffici comunali e case popolari potranno essere riqualificati con un sostegno economico consistente.
Anche per le famiglie e le piccole imprese locali si apre una possibilità interessante per ridurre le bollette e migliorare il comfort abitativo, contribuendo allo stesso tempo alla transizione ecologica.
Il riscaldamento, che in Piemonte rappresenta una delle principali voci di consumo energetico, può così diventare il campo di una piccola, ma concreta rivoluzione: meno gas, più rinnovabili, più efficienza.
Dal 2026, con il Conto termico 3.0, il calore di casa potrà essere non solo più economico, ma anche più pulito e sostenibile: un passo avanti per l’ambiente e per il futuro del nostro territorio.