Un prato verde nel Po preoccupa Casalgrasso
Una grande macchia verde colora le acque del Po a Casalgrasso, immediatamente a monte del ponte sul Grande Fiume, nell’ultimo tratto in cui scorre in provincia di Cuneo.
Il ponte di Casalgrasso offre uno spettacolo “da cartolina” (anche se non ha nemmeno un marciapiede per attraversarlo, e si può dunque percorrere solo in auto in bicicletta). Guardando verso ovest, si può osservare il Monviso che si specchia nel Po che, qui, è già diventato fiume.
Lo sbarramento costruito negli anni scorsi immediatamente a valle del ponte, per sfruttare un salto naturale di alcuni metri e sfruttarlo per la produzione di energia elettrica, ha reso ancora più placide e tranquille le acque del Po a monte.
Con un minor flusso di corrente è dunque naturale che si siano sviluppate maggiormente le tipiche erbe che crescono sul fondo del fiume, e che peraltro sono un fattore della qualità delle acque.
Quest’anno però è accaduto qualcosa di diverso. «Probabilmente – spiega il sindaco di Casalgrasso Egidio Vanzetti - ha giocato un ruolo importante anche la scarsità di precipitazioni di questa primavera, che ha provocato un abbassamento del livello dell’acqua. Però un Po così “verde” non si era mai visto qui a Casalgrasso».
Le erbe di fiume - che nulla hanno a che vedere con le alghe che hanno preoccupato i tecnici dell’Arpa e gli ambientalisti a Torino negli anni scorsi - hanno invaso tutta la parte centrale dell’alveo, creando una sorta di “prato galleggiante”.
«Sembra che anche le anatre non gradiscano - continua Vanzetti - e che abbiano difficoltà a nuotare nel fiume per quella presenza ingombrante. Probabilmente la alte temperature della scorsa settimana hanno inciso in qualche modo sulla proliferazione dell’erba, ma aspettiamo le osservazioni degli esperti per capire di che cosa si tratti».
Una concomitanza di cause, insomma, potrebbe essere alla base dello strano fenomeno. Le analisi dell’Agenzia per l’ambiente, che monitora il fiume, dicono che le acque del Po, a Casalgrasso sono relativamente pulite, grazie anche all’apporto di affluenti come Maira e Varaita, che si immettono poco a monte. Lo sbarramento, rallentando la corrente, crea una sedimentazione maggiore, e con esso anche un aumento, sul fondo, della percentuale di fertilizzanti e concimi provenienti dalle coltivazioni agricole.