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Riapre il Ristorante la Castellana, in cucina il pinerolese Milone

A febbrario riaprirà il ristorante "La Castellana", con a capo delal brigata lo chef pinerolese Christian Milone vicnitore di una stella Michelin

Riapre il Ristorante la Castellana, in cucina il pinerolese Milone
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Dopo l'Asta del Tartufo di Hong Kong avvenuto a novembre, il team della Castellana ufficializza l’attesa riapertura del ristorante nei locali dell’ex monastero di San Giovanni a Saluzzo. Ora non resta che attendere i primi giorni di febbraio, quando vi sarà l’inaugurazione.

Ma quello che tutti attendono è lo chef che si metterà ai fornelli: parliamo di Christian Milone, uno dei cuochi di talento del pinerolese e patron della Trattoria Zappatori di Pinerolo, vincitore di due Forchette per il Gambero Rosso e insignito della Stella Michelin nel 2016.

Ex ciclista che ha scelto di mettersi ai fornelli della trattoria di famiglia e renderla un posto di classe. Fino al 2022 erano ben cinque le cucine dei ristoranti che Milone sovraintendeva, alla ricerca della seconda Stella.

Per questo l’approdo nella capitale del Marchesato ha il sapore di un dejà vu:
«Saluzzo è una città con molti punti di contatto con la “mia” Pinerolo. L’obiettivo è ripetermi in una terra che può offrirmi una location storica e prestigiosa. Entro in punta di piedi in quella cucina: porto rispetto per il complesso di San Giovanni e avvierò un percorso di sapori che tanto “profumerà” di questo territorio e della sua vocazione nobiliare e religiosa».

Qualche anticipazione sul menu?
«Proporremo principalmente cucina piemontese, vogliamo essere ambasciatori della nostra terra. Non mancheranno alcuni miei “cavalli di battaglia”, come il vitello tonnato e i plin, celebrati dalla Guida Michelin, ma vogliamo rielaborare alcune ricette di montagna in chiave moderna e accattivante, in particolare seguendo la stagionalità dei prodotti coltivati alle pendici del Monviso. In sintesi “suonerò” un concerto di cucina piemontese con qualche “assolo” di gusto in quota».

Obiettivi?
«La mia storia personale, come ciclista e come chef, riflette uno spirito battagliero. In ogni avventura mi sento un conquistatore. Però dopo quello che mi è accaduto 18 mesi fa vivo il mio presente con uno spirito più riflessivo: sto tornando lentamente a lavorare a pieno ritmo, non ho brame particolari, voglio immergermi in questo territorio e, attraverso questo e la mia arte della cucina, dare a me e al mio staff stimoli continui. Saluzzo saprà sicuramente sollecitarmi».

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