«Gli artigiani considerati di serie B»
La scorsa settimana le organizzazioni dell’artigianato hanno incontrato l’assessore regionale alle attività produttive Andrea Tronzano con il quale si era sottoscritto il 2 maggio il “Patto della “Ripartenza”.
Su sollecitazione della stessa Regione, lunedì 25 maggio, era stato fornito un elenco puntuale delle attività artigiane da inserire tra i beneficiari del Bonus: si trattava di attività di produzione e di vendita in sede fissa (botteghe, laboratori, negozi), per una stima di 8000 imprese con circa 20 mila addetti. Tra queste abbiamo segnalato le attività riconducibili ai seguenti macrosettori: alimentare, abbigliamento e arredo casa, le attività grafiche e fotografiche e affini, il settore orafo e di gioielleria, le lenti e l’occhialeria, gli articoli per matrimonio e cerimonie, gli articoli in pelle e calzature, le tintolavanderie, i centri massaggi e la toelettatura animali.
L’elenco è stato ignorato, nonostante il tentativo di presentare un emendamento che ricomprendeva i codici di attività da noi proposti, ma poi la maggioranza ha ritirato il provvedimento.
«Rileviamo con profonda delusione e amarezza che il metodo della concertazione che si era avviato con il Tavolo del 2 maggio è stato interrotto e accantonato dalla Regione - dichiara Fabrizio Actis, presidente di Cna Piemonte -. Prendiamo atto che la Regione ha incomprensibilmente fatto la scelta politica di escludere una fetta consistente di attività artigiane che hanno titolo ad essere supportate, privilegiando invece le imprese del commercio che operano con i loro negozi di fianco a queste imprese artigiane».
Aggiunge Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte: «E’ incomprensibile e lesivo per il sistema economico piemontese escludere per scelta una componente fondamentale dell’economia regionale, poiché solo una minima parte delle attività artigiane piemontesi è ricompresa nel patto del 2 maggio. Nell’incontro con l’assessore non abbiamo potuto trarre alcuna prospettiva concreta di soluzione, nessun rilancio a breve di confronto per cui riteniamo il confronto interrotto o peggio svanito».
La conclusione per il momento è affidata alle parole di Francesca Coalova, portavoce di Casartigiani Piemonte: «Siamo in attesa di atti concreti che smentiscano questi dati di fatto».