Una testimonianza e un grazie alla banda di costigliole per le note di natale «Io nel presepe vivente di Piasco» Il racconto di Rosso (Società Operaia)

Una testimonianza e un grazie alla banda di costigliole per le note di natale «Io nel presepe vivente di Piasco» Il racconto di Rosso (Società Operaia)
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Da Alessio Rosso, presidente della Società Operaia di Piasco, riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Due sono i motivi principali che mi spingono a scrivere del Presepe vivente di Natale a Piasco. Il primo è il messaggio di bellezza e speranza trasmesso; il secondo, l’esserne stato coinvolto di persona.

La notte di Natale, complice l’atmosfera unica suscitata dall’attesa per la nascita del Signore, sul piazzale antistante la Parrocchia e la casa comunale, un nutrito gruppo di attori ha messo in scena il primo presepe vivente di cui si abbia notizia nella storia recente del paese.

Una rappresentazione nata dalla caparbietà di don Stefano Mastrippolito. Seguendo un copione scritto di sua mano, noi personaggi, scena dopo scena, abbiamo rappresentato la storia del Natale dalla nascita all’Annunciazione. Sì avete capito bene! Esattamente al contrario di come viene rappresentata di solito. Un grande successo visto il gradimento del pubblico che ha gratificato tutti: da chi era in scena, al coro e chi lo ha diretto, a chi ha predisposto e rimosso le scene, alle costumiste, ai tecnici audio e luci; e … sono sicuro anche il “don” regista.

Quando don Stefano mi ha chiesto di essere uno dei personaggi, sono stato lì lì per rifiutare, poi però ho accettato con tutta la trepidazione del caso. Sovente i casi della vita ci mettono di fronte a delle scelte e devo dire che, una volta tanto, ho fatto la scelta giusta.

Ho vissuto un Natale diverso ma in modo positivo, pur non essendo un assiduo frequentatore delle attività parrocchiali. Come tanti altri quella sera, ho respirato l’atmosfera di rispetto, condivisione, incitamento e grande soddisfazione finale che non provavo da tanto. Mi sento di dire che soprattutto questo è il Natale.

Un altro evento ha poi movimentato la scena piaschese. La sera di domenica 29 dicembre il Complesso Bandistico Santa Cecilia di Costigliole ha tenuto il concerto “Note di Natale” nella chiesa di San Giovanni Battista in Piasco. Perchè la banda costigliolese a Piasco?

Il 2019 è stato un anno importante per la Società Operaia di Mutuo Soccorso Piasco che ho il piacere e l’onore di rappresentare; infatti ha compiuto i suoi primi 150 anni, essendo nata nel 1869 per volontà di alcuni scalpellini, o come diciamo noi “picapera”.

Il culmine dei festeggiamenti e stato domenica 19 maggio con la partecipazione di alcune Società consorelle e l’intrattenimento della banda musicale di Costigliole. Quel mattino, purtroppo o per fortuna era prevista pioggia, e così è stato. Dove avrebbe potuto suonare la banda?

Ho sentito don Paolo e la sua risposta mi fa ancora “veni i granet”: «Che problema c’è - mi ha detto - possono suonare in chiesa!». E’ stato un successone! Discorrendo dopo il concerto, il responsabile della banda - vista la calorosa accoglienza - mi ha proposto di tenere a Piasco il concerto di Natale che tradizionalmente la Santa Cecilia offre a un paese della zona.

Ecco svelato l’arcano: è stato un gentile pensiero per conclude un anno speciale della Società Operaia. Note di Natale sì, però con brani che hanno spaziato da Happy Christmas a Moment for Morricone, da Virgin morena a Cinema Paradiso per culminare nell’Halleluyah interpretata dalla bravissima cantante Alessia. Per la sua bravura ha ricevuto un omaggio, consegnato da uno dei Re Magi della rappresentazione di poche sere prima, il giovane Gaspare.

Ringrazio la generosità del pubblico, che con le offerte ha voluto contribuire a sostenere le “case di fuga o protette” coordinate dalla Comunità Papa Giovanni XXIII.

Le case di fuga sono strutture che ospitano donne (ragazze/bambine) vittime della “tratta” e destinate alla prostituzione. Come Società Operaia vogliamo fare nostro l’appello che giunge da più parti di maggior rispetto e parità nel rapporto uomo-donna, ringraziando chi ha voluto donare un sorriso e una speranza all’altra metà del cielo vittima di abusi.

Alcuni ringraziamenti per concludere: a don Stefano perché ha coinvolto me e molti altri in qualcosa di grande che rimarrà a lungo nei nostri cuori; a don Paolo per la grande disponibilità, per averci reso “padroni” della chiesa e dei locali parrocchiali prima, durante e dopo il concerto; ai membri del consiglio d’amministrazione ai soci e agli amici della Società Operaia che hanno reso speciale questo anno di festeggiamenti.

A tutti voi che avete avuto la pazienza di leggere fin qui, l’augurio di un buon 2020.

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