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Autovelox, parte la rivoluzione con nuove regole

Stop ai dispositivi installati per “fare cassa”

Autovelox, parte la rivoluzione con nuove regole
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Via libera per il nuovo decreto sugli autovelox, che fissa regole più restrittive per gli enti che intendono installare dispositivi di rilevazione della velocità sulle strade. Il provvedimento martedì 28 maggio è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

L’obiettivo è di farli usare «soltanto dove effettivamente servono» e non «come un mezzo per aumentate le entrate comunali attraverso le multe». Si cerca in questo modo di mettere un freno al proliferare degli autovelox, stimati intorno a 11 mila in Italia, record per l’Europa.

CHE COSA CAMBIA

* Divieto di posizionare un autovelox in quei tratti di strada con limite inferiore di 20 km/h rispetto a quanto previsto dal codice per quel tipo di strada. Per fare un esempio: su una strada extraurbana per cui il codice prevede un limite di velocità di 90 km/h, non si possono installare dispositivi laddove il limite scenda al di sotto dei 70 km/h.

* Sulle strade urbane, non si potranno installare autovelox al di sotto dei 50 km/h.

* Al di fuori dei centri urbani, gli autovelox dovranno essere segnalati almeno 1 km prima, mentre si scende a 200 metri prima su strade urbane urbane a scorrimento e 75 metri sulle altre strade.

* Sono i prefetti a determinare la collocazione dei dispositivi, che potranno essere posizionati solo in aree con un alto tasso di incidentalità, dov’è documentata l’impossibilità o la difficoltà della contestazione immediata.

* Sono previste distanze minime tra un dispositivo e l’altro (diverse in base al tipo di strada), per evitare che l’automobilista “distratto” prenda una multa dietro l’altra. E nel caso in cui nel giro di un’ora si ricevano più multe sullo stesso tratto di strada, se ne pagherà solo una.

* I dispositivi attualmente installati hanno 12 mesi di tempo per essere messi in regola: in caso contrario, gli autovelox che non rispettano le nuove norme saranno disinstallati.

* Resta aperto il nodo dell’omologazione, senza la quale la multa è da annullare, come ha confermato la Cassazione. Il decreto non risolve il problema, che dovrà essere sarà risolto dal governo.

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