La crisi tedesca frena l’automotive piemontese
Ordini in calo del 30 per cento
L’automotive si conferma il tallone d’Achille dell’industria piemontese in questo primo scampolo di 2024. Per una volta non si tratta né del passato né del presente: nuovi problemi sono in arrivo. Negli ultimi tre mesi del 2023 gli ordini del settore automotive sono scesi del 32% a livello regionale, un dato che ha fatto sprofondare le commesse dell’intero settore dei mezzi di trasporto al -10,6%. E così, anche se il settore nel suo complesso tiene e anzi vanta un fatturato ancora in larga crescita a fine 2023 (+15,7 nell’ultimo trimestre), ci si prepara alla caduta.
Perché gli ordinativi rappresentano il futuro, come spiegano i tecnici di Unioncamere nel presentare l’ultima analisi sull’anno appena chiuso.
E il dato piemontese trova un raffronto anche a livello italiano, dove pesa sull’industria un calo complessivo del 3,7% degli ordinativi esteri, del quale la contrazione del pil tedesco già avvenuta nel 2023 sembra essere tra i principali artifici.
In Piemonte vanno meglio le piccole: sono le micro (+2,3%) e le piccole imprese (+2,9%) che ottengono i risultati migliori sulla produzione, mentre le medie (+0,7%) e grandi (+0,8%) si devono accontentare di lievi variazioni.
Che il quadro non sia roseo lo spiegano gli imprenditori: se a inizio 2023 il clima di fiducia era solo lievemente in negativo (intorno a 95), nel corso dell’anno è sceso di 20 punti di cui gran parte nell’ultimo trimestre, e ora si attesta a 74,6.
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