Crollo delle superfici, riscossa dei consumi di frutta
Pesche e nettarine, futuro tra luci e ombre. In Piemonte dal 2006 impianti dimezzati e produzione ridotta a poco più di ⅓

Negli ultimi cinque anni, in Italia, gli acquisti domestici di pesche e nettarine sono saliti di circa 7 punti percentuali malgrado un rincaro medio dei prezzi del 20%, che è arrivato addirittura oltre il 40% nei discount. Se si estende lo sguardo agli ultimi nove anni, la fotografia è ancora più netta: nel canale iper+super il fatturato corre grazie ai prezzi al consumo cresciuti di oltre 40 punti.
Il 2024, inoltre, segna un’inversione di tendenza per l’export: la bilancia commerciale torna in territorio positivo a valore.
In contrapposizione a questi dati, sul lato della produzione il quadro resta critico. Dal 2006 il comparto ha perso oltre 30 mila ettari e circa 600-700 mila tonnellate di frutta, bruciando più di un terzo del proprio potenziale.
Sono questi i principali spunti che emergono dalle analisi del Monitor Ortofrutta di Agroter, che nell’osservatorio di giugno ha come protagonista pesche e nettarine.
Produzione: in 20 anni perso
1/3 del potenziale produttivoIl crollo delle superfici e della produzione di pesche e nettarine in Italia negli ultimi vent’anni non è una novità, ma i numeri certificano con chiarezza la portata della crisi: siamo di fronte a un drastico ridimensionamento strutturale del comparto peschicolo, concentrato negli areali del Nord Italia e nella fattispecie, in modo cospicuo, anche nel Saluzzese e dintorni.
Va precisato che le rilevazioni ufficiali dell’Istat potrebbero essere imprecise su alcune aree produttive, ma sul trend generale il quadro è inequivocabile.
Analizziamo i dati per area geografica. Nel 2006 in Piemonte (quindi Saluzzo e dintorni) gli ettari coltivati a pesche e nettarine erano 6580, con una produzione di oltre 157 mila tonnellate. Oggi gli impianti peschicoli occupano 3160 ettari (-52 per cento) e i volumi produttivi si attestano su 61.700 tonnellate. L’Emilia Romagna va ancora peggio, come il Veneto.
Al Sud, invece, si osserva una maggiore tenuta del comparto, con cali più contenuti e, in alcuni casi - come in Sicilia, Calabria e Campania - si registrano segnali di lieve crescita.
L’export torna a crescere
Germania primo mercato
Proseguendo con l’analisi, uno sguardo al commercio con l’estero conferma un altro elemento chiave. Storicamente, il saldo commerciale dell’Italia per pesche e nettarine è sempre stato positivo, sia in termini di volume che di valore. Tuttavia, negli ultimi anni la crescita dell’export spagnolo, unita al calo della produzione italiana - in parte aggravato da gelate primaverili ricorrenti - ha invertito la rotta, portando il bilancio in rosso, come accaduto nel 2023.
Nel 2024, però, si è registrato un segnale di ripresa: il valore dell’export è tornato in attivo, raggiungendo uno dei risultati più interessanti degli ultimi anni, con vendite pari a 160 milioni di euro. Sul fronte dei volumi, invece, si è raggiunto un sostanziale equilibrio tra importazioni ed esportazioni.
Nessuna sorpresa, infine, sul fronte delle destinazioni: la Germania resta di gran lunga il primo mercato di sbocco, seguita da Austria e Svizzera.
Boom dei prezzi al dettaglio
E si impenna il discountA completare la situazione, i dati relativi all’evoluzione dei consumi nei diversi canali distributivi offrono spunti di particolare interesse. Negli ultimi cinque anni, i prezzi al consumo di pesche e nettarine sono aumentati mediamente di 20 punti percentuali, con punte superiori al +40% nei discount. Un incremento che, sorprendentemente, non ha frenato la domanda, anzi: nello stesso periodo, i volumi di acquisto sono cresciuti di 7 punti.
Il risultato? Un vero e proprio boom di fatturato per la categoria, soprattutto nel canale discount, dove si registra un balzo del 54 per cento, mentre l’incremento medio complessivo sfiora il 30 per cento.
Questa evoluzione si spiega in larga parte con l’aumento dei prezzi registrato a partire dal 2020, tra i +30 e +45 punti rispetto al periodo pre-pandemico.
Da un lato, ha pesato la ridotta disponibilità di prodotto, causata in particolare dal ritorno delle gelate primaverili; dall’altro, ha inciso il crescente orientamento dell’offerta verso prodotti premium, come le nettarine piatte, che sembrano incontrare sempre più il favore del consumatore.
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