«Non c’è un solo giorno da perdere Vogliamo uscire da quest’incubo» PERSONAGGIO Gabriele Ghigo, il medico in prima linea nella lotta al Covid e nella campagna vaccinale
Gabriele Ghigo, direttore del distretto sanitario Nord Ovest, dell'Asl Cn1, è impegnato in prima linea, dall'inizio della pandemia, nella lotta al Covid. Sempre presente all’apertura dei centri vaccinali, con il camice e la mascherina dove occorre, corre dall’ospedale alle unità Usca sul territorio. E’ una delle figure centrali in questa fase di avvio delle vaccinazioni.Dottor Ghigo, qual è la situazione vaccini in valle Po, tra le prime zone rosse ad essere state istituite in provincia Granda?
«In valle Po abbiamo concluso la campagna vaccinale over 80, a Revello, e giovedì prossimo finiremo quelle a Paesana. Sabato prossimo 10 aprile, ci sarà una seduta leggera dedicata alle seconde dosi a Revello e qualche prima dose ritardataria (sono 18 gli over 80 che si sono prenotati a fine marzo). Da quella data è previsto l'inizio della vaccinazione over 70, da parte dei medici di base della valle che hanno dato la disponibilità, in collaborazione con Comuni, volontariato e distretto. Gli assistiti dei medici non aderenti alla campagna over 70 verranno vaccinati nei centri Asl di Saluzzo o periferici, in tempi successivi in base alle priorità».
Qual è la percentuale degli anziani ad aver aderito alla campagna?
«Hanno aderito circa l'80% degli assistiti, oltre agli ospiti delle Rsa; chi non è stato vaccinato è perché ha scelto di non aderire, anche se un certo numero di non aderenti iniziali si è poi convinto ed è stato vaccinato o verrà vaccinato nelle sedute di recupero».
Lei ha vaccinato personalmente molti anziani. In che stato d’animo si presentano?
«Le domande certamente ci sono state e sono state parecchie ma è normale. Avendo finora vaccinato gli over 80 presso i centri vaccinali con Pfizer ed a domicilio con Moderna non sono state così frequenti come per altre categorie. È assolutamente necessario dare risposte chiare, motivate ed esaustive, per garantire il massimo della trasparenza ma anche dell'oggettività e favorire la fiducia».
Come sta andando in generale la campagna vaccinale sul territorio?
«L'Asl Cn1 sta portando avanti con enorme impegno la campagna, come dimostrano sia i dati che l'ampliamento delle sedi di offerta del vaccino in centri di grandi dimensioni ma anche di prossimità e il coinvolgimento, con diverso grado di adesione, della medicina generale. A livello del territorio del distretto Nord Ovest, c’è stata piena sinergia con la gestione ambulatoriale/ospedaliera di Saluzzo, che a breve troverà più spaziosa e funzionale sistemazione presso il palazzetto al Foro boario. Da sottolineare la disponibilità del Comune, il lavoro dei servizi aziendali, l’attivazione delle realtà sociali ed associative locali, nonché delle sedi periferiche a gestione distrettuale. L’insieme di questi fattori ha consentito di raggiungere la popolazione in condizioni di prossimità, ed in un clima positivo di collaborazione tra enti ed associazioni del territorio, favorendo l'adesione. Dunque, i risultati sono positivi.
Si riusciranno a rispettare i tempi previsti dalla Regione di conclusione entro aprile?«In alcune zone, tra cui la Valle Po in cui si è iniziato a vaccinare nei punti periferici in occasione del passaggio anticipato in zona rossa, si concluderanno praticamente gli over80 entro la prossima settimana».A suo parere, si potrebbe fare meglio?
«Servono due condizioni: si dovrebbe avere una maggior disponibilità di team vaccinali, considerato che il personale dedicato attualmente proviene da servizi solo in parte ridotti, e una continuità di fornitura di vaccini. Allora si potrebbe ulteriormente accelerare. In questo senso forse un aiuto può arrivare da eventuali disponibilità di strutture private, che lavorino per il sistema sanitario garantendo sicurezza e qualità della prestazione, senza contare l'apporto possibile da parte delle farmacie».
Qual è il suo ruolo all'interno della campagna?
«E’ duplice; da un lato quello di organizzatore/facilitatore per la gestione della campagna a livello territoriale, tramite i rapporti con i servizi, i medici e le amministrazioni comunali, ruolo possibile solo grazie a collaboratori competenti, disponibili e cortesi, che stanno dedicando tempo, energie e cuore molto oltre la normale capacità. Dall'altro mi sono nel tempo cimentato direttamente come medico vaccinatore, prima nelle strutture per anziani, poi nei punti vaccinali, infine nelle strutture per disabili ed a domicilio».
Cosa l'ha spinta ad accettare l'incarico?
«L'ho fatto perché ritenevo e ritengo fondamentale far seguire alle parole i fatti, testimoniando per primo un impegno personale che non si fermi all'orario o alla competenza stretta, ma ricordi a me stesso che sono prima di tutto un medico, che ha a cuore la salute delle persone che a vario titolo gli sono affidate. Credo che sia questo un elemento connaturato con la funzione di direttore di Distretto, prendersi cura e fare in modo che altri possano farlo, dei bisogni di salute della popolazione affidata. E poi l'urgenza di arrivare il prima possibile al momento della vaccinazione di massa di tutte le categorie, comprese quelle cui appartengono le persone più giovani, compresi i familiari di chi ha già avuto la fortuna di poter essere vaccinato».
Quali sono i problemi che riscontra con maggior frequenza?
«I problemi sono sempre tanti, di carattere organizzativo, di tempo da trovare tra i tanti impegni e le tante incombenze proprie e dei collaboratori. Esistono poi situazioni che necessariamente si evolvono e non sempre sono facili da affrontare, ma non mi sono mai demoralizzato: è stato un vantaggio l'aver fatto il commissario ad Alessandria l'anno scorso. Coltivo la speranza di poter vedere presto la fine di questa pandemia, senza facili ottimismi perché consapevole che non tutto andrà sempre bene, ma convinto che l'impegno umano generoso e cordiale di tutti o di molti saprà dare risposte adeguate anche a questo dramma».