Nova: «Non si può dire “andrà tutto bene” perché “tutto bene” non è già andato»
«Non si può dire “andrà tutto bene”, perché tutto bene non è già andato!». Giorgio Nova, responsabile dei Pronto soccorso di Savigliano e Saluzzo, invita a tenere gli occhi sulla realtà.
Un lungo pensiero, articolato, scritto da chi trascorre le giornate in quella che è diventata la prima linea del fronte nella battaglia contro il virus letale che sta soffocando l’Italia.
«Leggo, mi confronto, osservo – dice Nova - ciò che accade in ospedale, in Italia e in Europa. E ho deciso di scrivere soprattutto perché provo un certo sentimento negativo per quelle numerose affermazioni che passano sui social della serie “...andrà tutto bene....”. Lo so che l'intenzione è positiva, è quella di indurre positività, coraggio, sostenere chi combatte quotidianamente contro questo bastardo di virus, ma non si può dire “andrà tutto bene” perché già adesso sono morte migliaia di persone di troppo. Morte nella solitudine. Persone che non potranno avere neppure delle esequie degne del loro glorioso vissuto, degne dell'affetto che le ha circondate in vita. E non ho parlato delle migliaia, milioni di malati che guariranno tutti, ma con sofferenze importanti per tutti».
Per Nova quella che si sta combattendo è una guerra che vede sulla prima linea del fronte la sanità pubblica: medici, infermieri, oss. Il suo è un diario dal fronte: «Ne usciremo, perchè ne usciremo - continua Nova -, con le ossa rotte, ma ne usciremo; non sarà andato tutto male se impareremo qualcosa dalla solidarietà che stiamo sperimentando, se impareremo a decidere sul significato di scelte strategiche: se è meglio comprare respiratori o aerei da combattimento, se è meglio costruire ospedali o comprare armi, se impareremo qualcosa sul significato del pagare le tasse, se continueremo ad esercitare la solidarietà con i sofferenti, con gli sfortunati, con gli ultimi della terra. Questa è la vera speranza».