scuole in val Po

Nessuna fusione in valle Autonome tutte le scuole

Le scelte della provincia Accorpamenti nel Caragliese e a Cuneo

Nessuna fusione in valle Autonome tutte le scuole

L’indipendenza delle scuole della valle Po è garantita. Scongiurato, almeno per qualche anno, il rischio di fusioni che, stando alle reazioni degli ultimi mesi, poco sarebbero state gradite dalle dirigenze, dagli amministratori locali e dalle famiglie. Ha ottenuto il suo effetto la campagna di protesta avviata prima a Bagnolo e poi in valle Po, dove la disfida tra alta e bassa valle per accaparrarsi l’eventuale sede centrale aveva fatto alzare non poco i toni della discussione.

Il consiglio provinciale lunedì ha approvato il Piano di programmazione della rete scolastica. Dalle cinque riduzioni previste si è arrivati a definire solo tre dimensionamenti: nessuna riguarda il Saluzzese. La delibera deve ancora passare all’esame della Regione.

Osserva il consigliere provinciale e sindaco di Bagnolo Roberto Baldi, delegato dal presidente Luca Robaldo a occuparsi di Istruzione ed edilizia scolastica: «La Provincia ha ricevuto il compito di programmare della rete scolastica, nel rispetto delle previsioni regionali, come ente di area vasta. Comprendendo nel piano anche le offerte formative: dalle autorizzazioni per nuove sezioni d’Infanzia alla cancellazione di indirizzi scolastici non attivi da tre anni consecutivi. Le tre proposte di rimodulazione sono state condivise con sindaci e sigle sindacali. Li ringrazio per la collaborazione nel lungo e non semplice percorso. Confermo che nelle valli del Monviso tutto resterà come è stato finora».

Il 24 giugno, a seguito di un lungo confronto, era stata condivisa l’idea di gestire in modo autonomo e responsabile a livello provinciale il processo di dimensionamento, salvaguardando la qualità dell’offerta e il radicamento territoriale degli istituti, piuttosto che subire decisioni imposte dall’alto: in caso di mancanza di decisioni, infatti la palla sarebbe passata al ministero. Due i criteri adottati: la territorialità (coerenza geografica, logistica e sociale tra territori e scuole) e la proposta formativa (omogeneità, continuità didattica e sviluppo dei percorsi). Questi aspetti hanno convinto i tecnici della Provincia di dover preservare l’autonomia dell’istituto comprensivo do Bagnolo e quella di Revello (anche se con numeri al limite per le statistiche regionali), mantenendo anche la scuola di montagna nata una decina di anni fa dalla fusione di Sanfront e Paesana.

Per quanto riguarda elementari e medie, gli accorpamenti riguardano Bernezzo, Monterosso e Valgrana, disponibili all’unificazione con l’Ic di Caraglio; si unificano anche Garessio con Ceva e Neive con Santo Stefano Belbo.

Considerato non praticabile perché “troppo esteso” (recita la nota della Provincia) il piano di riorganizzazione delle scuole superiori: nel confronto con i sindacati si è discussa una proposta ambiziosa che avrebbe comportato l’unificazione degli Alberghieri sotto un’unica dirigenza “per creare una rete coerente con un’offerta formativa preparata alle richieste gastronomiche e turistiche”. Al vaglio lo scorporo dell’agrario di Mondovì dall’alberghiero e accorpamento al forestale di Ceva e la creazione di un polo tecnico a Cuneo, riportando sotto un’unica dirigenza gli indirizzi di agrario, geometri e ragionieri. Ma la fumata è stata nera.

Dunque la Provincia ha proposto le nozze tra Iis Bianchi-Virginio e Itc Bonelli (con qualche timore sugli organici) di Cuneo. Altro “no” arriva all’idea di unificare l’Iis di Govone e lo Scientifico di Alba, che avrebbe portato a una scuola di 1.500 alunni.

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